La situazione in Siria

A cinque mesi dall'inizio delle pressioni che stanno interessando la Siria non si è ancora assistito al cedimento di un regime che risulta più solido di quanto ci si aspettasse. A tal punto risulta opportuno interrogarsi sulla natura di tali avvenimenti, quantomeno per formulare alcune ipotesi realistiche sugli avvenimenti stessi, nonché sul futuro prossimo della Siria.

La destabilizzazione della Siria e la guerra del grande Medio Oriente

Ciò che si sta svolgendo in Siria è una insurrezione armata, sostenuta segretamente da potenze straniere tra cui Stati Uniti, Turchia e Israele. Insorti armati, appartenenti ad organizzazioni islamiste hanno attraversato il confine con la Turchia, Libano e Giordania. Il Dipartimento di Stato statunitense ha confermato che sostiene l'insurrezione. Gli Stati Uniti ampliano i contatti con i siriani che contano sul cambiamento di regime nel paese.

Dalle rivolte arabe alle nuove contrapposizioni strategiche: Daniele Scalea a "Strategos"

Daniele Scalea, redattore della Rivista di Studi Geopolitici Eurasia e segretario scientifico dell’ISAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e scienze ausiliarie), è stato intervistato da Andrea Fais per "Strategos" proprio a pochi giorni dall’uscita, per le Edizioni Avatar, del saggio Capire le rivolte arabe, scritto a quattro mani con Pietro Longo. Proprio alla situazione nord-africana e alla Libia è dedicata la prima parte di questa intervista, che prosegue con un generale sguardo alle possibili alleanze del mondo asiatico in risposta ad un egemonismo atlantico di reflusso, che riemerge malgrado la pesante crisi finanziaria lo costringa al basso profilo internazionale.

Le Relazioni tra l'Iran e l'Egitto post-Mubarak

Le relazioni tra due paesi con una posizione strategica come Iran ed Egitto nel vicino oriente sono state sempre altalenanti. Negli ultimi tre decenni...

I Balcani del XXI secolo

La liquidazione del presunto Osama Bin Laden si inserisce in un quadro di tensioni regionale molto inquietante, dove potrebbe auto compiersi alcune delle profezie annunciate dal Pentagono da alcuni anni a questa parte. La scarsa attenzione che i mezzi argentini prestano allo scenario internazionale sta lasciando passare inavvertito un notevole aumento della temperatura politica nella regione che è costituita, oggi e probabilmente per molto tempo ancora, dall’asse geostrategico dove si leggeranno i registri della bilancia del potere mondiale nel secolo attuale. È questo, l’Asia centrale.

Scontro al vertice in Iran

La lotta di potere interna al fronte conservatore in Iran, che si trascina da diversi anni, è deflagrata all’inizio di maggio, rendendo pubblica - soprattutto all’estero - una frattura politica probabilmente, insanabile e senza precedenti. L’ultimo casus belli ha riguardato le dimissioni, imposte dal presidente Ahmadinejad, al ministro della sicurezza nazionale e dell’Intelligence (Mois) Heydar Moslehi, clerico particolarmente vicino alla Guida suprema Ali Khamenei. Alle dimissioni è tuttavia seguito il reintegro per ordine e decreto della stessa Guida.

Stregoni ed ayatollah. Crisi istituzionale a Teheran

E' scontro al calor bianco ai vertici della Repubblica islamica dell'Iran. Non più tra riformisti e conservatori, come in seguito alle contestatissime elezioni presidenziali del 2009, ora è una battaglia tutta interna al campo conservatore tra la fazione laica e "rivoluzionaria" del presidente Ahmadinejad e quella clericale tradizionalista della Guida spirituale Ali Khamenei e del presidente del Parlamento Ali Larijani.

La presunta morte di Usama bin Ladin

Usama bin Ladin sarebbe stato ucciso a 50 km da Islamabad, in un complesso abitativo destinato a ufficiali delle forze armate e dell'intelligence del Pakistan, suscitando la sorpresa degli analisti per la presenza del nascondiglio del capo di al-Qaida in una città militare del Pakistan.

Il matrimonio reale inglese e il suo "piccolo sporco segreto" in Bahrain

I reali britannici sono finiti, in questi ultimi giorni, sotto il fuoco della stampa britannica, per aver invitato il principe del Bahrein, che è anche il vice comandante supremo delle forze di difesa del Bahrain. Nonostante la mancanza di copertura nei media mainstream britannici, e occidentali in generale, tuttavia, c'è stata una protesta pubblica in Gran Bretagna per la brutale repressione del movimento pro-democrazia.

Il “fermento arabo” e la Giordania

In una regione in totale fermento, anche la Giordania rischia di subire delicate conseguenze a fronte della crescente insoddisfazione interna. Tra necessità di riforme interne e superamento della crisi economica, anche i paesi vicini, ed in particolar modo Israele ed Arabia Saudita, tengono d'occhio l'evolversi della situazione. Saprà il regno hashemita restare al passo con i nuovi tempi?
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