UE e Islanda: le prospettive di un allargamento

Con la seconda riunione della conferenza di adesione con l’Islanda tenutasi lo scorso 27 giugno, hanno preso il via i negoziati sostanziali di ingresso dell’isola all’Unione Europea. I lavori sono accompagnati da molti dubbi all’interno dell’UE, a causa del crack finanziario delle principali banche islandesi del 2008, che ha prodotto un enorme debito nei confronti dei contribuenti di Olanda e Regno Unito. Per quanto l’eventuale ingresso dell’isola possa apportare benefici all’UE, questo mancato risarcimento – congiuntamente alle questioni relative alla riforma della politica comune della pesca – potrebbe essere un ostacolo per il nuovo allargamento europeo.

D. Scalea sul debito pubblico italiano a Class CNBC e IRIB

Il nostro redattore Daniele Scalea, segretario scientifico dell'IsAG e saggista (autore de La sfida totale e co-autore con Pietro Longo di Capire le rivolte arabe), negli ultimi giorni è stato invitato a commentare la crisi del debito pubblico italiano presso la rete televisiva Class CNBC e quella radiofonica Radio Italia (IRIB). Riportiamo di seguito le trascrizioni d'entrambi i suoi interventi.

Due sfide per i politici europei

Le cause della grande crisi di fiducia che ha colpito l’Eurozona e iniettato veleno nell’ecosistema politico europeo sono molteplici. Il problema ha però radici ben più profonde rispetto all’inadeguatezza dell’edificio noto come la governance economica dell’Eurozona. La crisi, infatti, si è aggravata fino alle sue attuali dimensioni a causa di due gravi problemi strutturali che richiedono entrambi di essere portati al centro del dibattito politico.

Morire per il debito?

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, il socialista francese Marcel Deat si chiedeva se valesse la pena “morire per Danzica”. Parafrasando le sue parole, oggi gl'Italiani dovrebbero domandarsi se valga la pena “morire per il debito”. Perché la sorte che si profila per il nostro paese è tutt'altro che rosea. A meno di prendere scelte coraggiose che possono cambiare il corso della nostra storia...

La realpolitik turca nell'epoca di Erdoğan

Il 2002 rimosse la gerontocrazia turca dallo scenario politico del paese. La classe politica, costituita da leader di novanta anni, come Eçevit o...

E se non pagassimo il debito?

Esiste ormai in Europa una corrente di pensiero (vedi il libro “Les dettes illégitimes” di François Chesnais) che arriva addirittura a proporre il non rimborso del debito a certe condizioni. Un esempio di non pagamento del debito, con ri-negoziazione con i creditori, spiega ancora l’economista francese, è quanto realizzato nel 2007 dal presidente dell’Ecuador, Rafael Correa. Cose da terzo mondo, si dirà, ma la Grecia non ha dimostrato che la situazione in Europa può essere analoga e che quindi il problema non può essere eluso? Anche perché come si può pensare davvero di rientrare da un debito del 120% per Pil senza annientare il nostro Paese?

Europa: Integrazione dell'Islam

Dall’11Settembre, la crescita della popolazione musulmana dell'Europa Occidentale è stata al centro del dibattito su temi che vanno dalla politica dell'immigrazione, alla identità culturale, alla sicurezza. Nonostante i segnali che i musulmani stanno iniziando ad avere successo nel mondo degli affari e nel mondo accademico in Paesi come Francia e Germania, molti analisti sostengono che la maggior parte dei musulmani dell'Europa Occidentale sono poco integrati nella società.

Kosovo: i serbi attaccano la frontiera e le basi militari della NATO, il Governo...

Con l'invio della polizia e il blocco forzato delle frontiere il Kosovo vuole ''provocare il popolo serbo'': e' quanto aveva affermato nei giorni scorsi...

Il sottosuolo polacco: la nuova scacchiera energetica

Dipendenti dagli approvvigionamenti di idrocarburi provenienti dalla Russia, i paesi dell’Europa Orientale si sono sentiti sotto scacco per parecchi anni dalla fine della Guerra fredda. Con la scoperta di immensi giacimenti di gas non convenzionale estraibile tramite la frattura idraulica di scisti, alcuni paesi celebrano con euforia la fine della dipendenza energetica – e politica – da Mosca. Probabilmente tali festeggiamenti, dei quali beneficia anche il mercato finanziario dell’energia e il flusso di investimenti esteri, sono giustificati più da auspici che da certezze.

Breivik, l'attentatore di Oslo. Un'ideologia identitaria ma non fondamentalista

Se Breivik ha un nemico, l’islam, ha anche un amico – immaginario, perché non sembra ci siano stati grandi contatti diretti –: il mondo ebraico, che considera il più sicuro baluardo anti-musulmano. Il terrorista mostra un vero culto per lo Stato d’Israele e per le sue forze militari, cui corrisponde una viva avversione per il nazismo. «Se c’è una figura che odio – scrive – è Adolf Hitler [1889-1945»: e fantastica di viaggi nel tempo per andare nel passato e ucciderlo.
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