BRICS: stato e prospettive

Il gruppo dei paesi BRICS, nato come conseguenza dei profondi mutamenti in corso nell’economia e nella politica mondiale, è uscito ormai dai limiti di un forum consultivo dei paesi in via di sviluppo e rappresenta un’influente struttura internazionale. Esso sta rapidamente acquisendo potere sia come promotore delle riforme dei meccanismi di regolamentazione nella sfera economico-finanziaria, sia come importante forum macroeconomico. La maggior parte delle previsioni a lungo termine conferma la crescita del peso del gruppo BRICS nell’economia mondiale.

Il ponte terrestre della Cina verso l'Europa: l'alta velocità ferroviaria Cina-Turchia

La prospettiva di un boom economico eurasiatico senza precedenti, che duri fino al prossimo secolo e oltre, è a portata di mano. I primi...

Intervista a Claudio Mutti, direttore di “Eurasia”

Diamo qui di seguito la traduzione dell’intervista rilasciata il 2 maggio 2012 dal direttore di “Eurasia” alla radio ungherese “Szent Korona Radio”.     Sz. K. R....

Manovre militari sino-russe

Senza dubbio, questa intesa non è che la continuazione di una lunga serie di accordi che verranno intrapresi nel settore della difesa. In una conversazione...

Puskhov a Roma spiega le direttrici strategiche del terzo mandato di Putin

Martedì 17 aprile, presso la sala di Palazzo Santacroce a Roma, sede del Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma, è andata in archivio la conferenza dal titolo “Il ritorno del presidente Putin: le prospettive della politica estera". I lavori sono stati introdotti dal presidente dell’ISPI, Giancarlo Aragona, seguito dal presidente della commissione Affari Esteri della Duma di Stato e presidente della delegazione russa presso l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, Aleksej Pushkov. Sono intervenuti anche Luisa Todini, presidente della sezione italiana del Foro di Dialogo Italo-Russo, e Franco Venturini del Corriere della Sera.

Intervista a Fabio Falchi, redattore di “Eurasia”

A cura di N. Speranskaja e A. Bovdunov (Movimento Evrazija, Mosca) D.- Qual è la tua visione del mondo di oggi e dell’attuale sistema...

Teoria di un mondo multipolare

Natella Speranskaja ha intervistato il direttore di “Eurasia. Rivista di studi geopolitici”, Claudio Mutti, sul tema "Teoria di un mondo multipolare", al quale è dedicata la conferenza internazionale che il Movimento Eurasiatico ha organizzato all’Università di Stato di Mosca per i giorni 25-26 Aprile 2012. Riportiamo qui di seguito domande e risposte.

Intervista al Dr. Viaceslav Chirikba, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Abkhazia

“Nella sostanza come secondo previsione l’incontro tra noi e i georgiani si è risolto con un nulla di fatto. Nella pratica però qualcosa abbiamo ottenuto, poco ma ugualmente importante: a livello internazionale si continua a parlare di Abkhazia, l’attenzione nei nostri confronti è elevata e questo oggi è fondamentale”. Nessun giro di parole, va subito al sodo il Dr. Viaceslav Chirikba, Ministro degli Esteri della Repubblica di Abkhazia, il 27-28 marzo scorsi protagonista a Ginevra, presso le Nazioni Unite per un nuovo incontro con i rappresentanti della Georgia riguardo l’indipendenza del suo Paese (indipendenza che i georgiani continuano a negare), mentre il 30 marzo e il 3 aprile è stato a Roma, per presentare il paese di cui è rappresentante agli organi di informazione italiani.

Il corridoio Nord-Sud: le prospettive del commercio multilaterale in Eurasia

Mentre le attuali politiche internazionali ruotano intorno alle aspre questioni di Siria e Iran, gli sviluppi in altre parti del mondo sono abbastanza interessanti, soprattutto dal punto di vista della geopolitica dell'Eurasia, in cui l'India e la Russia hanno un'importante partecipazione. Il collegamento dell'India con la Russia attraverso l'Iran e l'Asia centrale non fornirà beneficio solo ai paesi coinvolti nel progetto del corridoio nord-sud, ma faciliterà anche il commercio nella regione euroasiatica, aprendo vasti mercati e riducendo i costi di trasporto e viaggio. Alla fine di questo mese, i paesi coinvolti nel progetto si incontreranno a New Delhi per deliberare ulteriormente e dare una forma concreta a questo progetto.

Kabul. Il disimpegno mortale

Il bersagliere ucciso nell’attacco talebano di pochi giorni fa rende ancor più pesante il fallimento della missione italiana in Afghanistan. Da una parte cresce a cinquanta il numero dei nostri caduti, dall’altra parte il fatto che le grandi potenze occidentali riunite nella Nato non possono che proclamare la sconfitta, dopo oltre dieci anni di conflitto. Tuttavia, nonostante il nostro contingente in Afghanistan sia il quarto per numero non ha impedito che in Italia più che altrove la politica estera resti un’appendice della politica interna anche con il governo Monti (si tenga a mente come si sta gestendo la vicenda dei due marò imprigionati in India). Infatti, per cause storiche e culturali abbiamo una classe dirigente restia non solo a pensare la politica estera in termini globali, ma persino a coltivare curiosità per quelle zone dove sono presenti i soldati italiani e lo Stato spende.
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