Sabato 8 novembre 2014 a Brescia nella sala comunale di Via Pasquali 5 si è svolta una conferenza organizzata dall’associazione culturale “Nuove Idee” con lo scopo di presentare al pubblico il nuovo numero della rivista “Eurasia” dedicato alla geopolitica delle religioni. Sono intervenuti come relatori: il direttore della rivista Claudio Mutti, Paolo Rada, esperto di Islam e di religioni e Ali Reza Jalali, analista geopolitico del Vicino Oriente.

L’intervento di Claudio Mutti si è concentrato sulla geopolitica delle religioni a livello generale, con una riflessione ad ampio respiro che ha sottolineato l’importanza del fattore religioso nel mondo contemporaneo, al contrario di quello che avevano previsto i molti studiosi che in passato avevano frettolosamente decretato la fine di ogni forma di spiritualità a favore del predominio del materialismo.

Brescia 8 nov. 2014

Dopo una prima parte introduttiva, il direttore di “Eurasia” ha proposto di applicare criteri ispirati alla geopolitica delle religioni a tre casi particolari: Ucraina, Palestina e Iraq. Nel primo caso, lo scontro in atto all’interno del paese europeo può essere letto, anche, come uno scontro fra la componente uniate occidentale e quella ortodossa orientale. Nel caso della Palestina, invece, un progetto colonialista ispirato da un messianismo deviato incontra la resistenza di un katéchon che impedisce la distruzione dei Luoghi Santi ad opera dei “fanatici dell’Apocalisse”. In Iraq, infine, vediamo in modo chiaro l’emergere di una forma pseudoreligiosa, il wahabismo, corrente eterodossa nata in Arabia alcuni secoli fa, che ora tramite il famigerato “Stato Islamico” sta occupando ampie zone del paese mesopotamico. Tutti questi esempi ci fanno comprendere come la religione, nel bene o nel male, non sia affatto tramontata, ma anzi rappresenti un fattore identitario molto forte da prendere in considerazione nelle analisi geopolitiche.

Dopo l’intervento di Claudio Mutti, è arrivato il turno del secondo relatore, Paolo Rada, esperto di Islam, che ha sottolineato la radice comune delle tre religioni monoteistiche, mettendo però in risalto un fatto importante: ovvero che l’Islam e il Cristianesimo, proponendosi come religioni a destinazione universale, hanno rifiutato il settarismo e il particolarismo della religione giudaica. Inoltre all’interno dell’Islam esistono delle divergenze tra le diverse scuole, soprattutto tra sciiti e sunniti, con i primi che per molti aspetti si approssimano al Cristianesimo. Addirittura, secondo l’Islam sciita, il Mahdi, il salvatore dell’umanità che si manifesterà alla fine dei tempi per sconfiggere il Male, è non solo un discendente di Muhammad, profeta dell’Islam, ma anche di San Pietro, essendo la madre del Mahdi una principessa bizantina.

Brescia 8 nov. 2014 Pubblico 2

Ha concluso la serie degli interventi Ali Reza Jalali, analista geopolitico, che ha fatto una relazione concernente la geopolitica delle religioni applicata alla situazione del Vicino Oriente oggi, con uno scontro settario senza precedenti tra sciiti e sunniti, soprattutto in Iraq e Siria, dove le principali potenze regionali, soprattutto Turchia e Iran, vogliono ricreare di fatto la grandezza degli imperi del passato, rispettivamente in nome dell’Islam sunnita (neoottomanesimo) e dell’Islam sciita (neosafavidismo). Non a caso l’Iran difende i governi iracheno e siriano, influenzati in qualche modo dal fattore sciita, mentre la Turchia sostiene le opposizioni sunnite.

Al termine delle tre relazioni, vi sono state delle domande del pubblico ai relatori, domande che hanno affrontato vari argomenti concernenti il tema della conferenza.


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