Grande successo di pubblico internazionale nel Museo Virtuale dell’Iraq. Frutto di un’intesa tra Ministero degli Affari Esteri e Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Museo virtuale è tra le più importanti iniziative di carattere culturale e diplomatico volte alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico di quel Paese. L’allestimento non si sovrappone a quello reale, ma si presenta come la sua proiezione comunicativa attraverso una selezione delle opere più significative dell’antica civiltà mesopotamica, incluse quelle custodite nei principali musei del mondo. Realizzato in italiano, inglese e arabo, consente l’accesso ad un ampio pubblico.
I dati del successo internazionale del Virtual Museum of Iraq saranno commentati nell’ambito del convegno: “Il Museo Virtuale dell’Iraq. Il Cnr e le nuove tecnologie per la cultura e la comunicazione”, che si terrà a Roma, domani 22 settembre alle ore 9.30, presso la sede dell’Ente (piazzale Aldo Moro 7).
Quello che colpisce è soprattutto la dimensione internazionale del successo. “Sono state oltre 400.000 le pagine cliccate e oltre 120 mila i visitatori. Le pagine in inglese sono più visitate di quelle in italiano, con un rapporto di circa 2/3, 1/3”, spiega Roberto de Mattei, vice Presidente del Cnr. “Nella classifica dei ‘navigatori’ gli Stati Uniti si piazzano primi con oltre 35 mila accessi, battendo l’Italia con 24 mila circa, seguono Brasile, Canada, Regno Unito, Porto Rico”.
Spiccano al settimo posto, gli Emirati Arabi che precedono quanto a visite, la Turchia, la Germania e la Svezia”.
Delle otto sale di cui si compone il Museo – ognuna dedicata ad una fase storica- le più frequentate sono la Preistorica, la Sumerica e la Babilonese.
Collegandosi al sito internet www.virtualmuseumiraq.cnr.it i visitatori hanno potuto passare in rassegna opere di capitale importanza, come una statuetta femminile in alabastro da Tell Es Sawwan (6200-5700 a.C.), l’Elmo in lamina d’oro di Meskalamdug (2450 a.C.), re della città di Ur, il Pannello invetriato di Nimrud (IX secolo a.C.), la Lastra raffigurante i sudditi assiri (VIII sec. a. C).
Un bagaglio di competenze (archeologi, architetti, informatici, storici dell’arte) che il Cnr ha portato in Giappone in occasione della mostra “L’eredità dell’Impero Romano” inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Museo Nazionale d’Arte Occidentale di Tokyo (fino al 13 dicembre 2009), dove è allestito un video 3D “Life and Power in Imperial Rome”, realizzato dal Dipartimento Patrimonio Culturale ( Istituti Ibam, Isti e Itabc) e con il sostegno dell’Ufficio Pubblicazioni ed Informazioni Scientifiche del Cnr.
Il filmato creato come contributo all’evento “Italia in Giappone 2009” racconta la Roma imperiale come una sequenza di momenti ufficiali di vita pubblica, fatta di esteriorità, simboli, grandiosità (in particolare, la ritrattistica pubblica e l’Ara Pacis prescelti come simboli del potere e della politica romana nel periodo Augusteo), e di vita privata della stessa famiglia imperiale, scandita dall’otium, dalle abitudini quotidiane e dagli affetti privati. “Il lavoro”, spiega Roberto Scopigno dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione (Isti) del Cnr, “è stato eseguito con tecnologie di scansione laser tridimensionale ad alta risoluzione, tecnologie per la ricostruzione di modelli digitali tridimensionali da foto ed infine con sofisticate tecniche di computer animation”.
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