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Il “Grande Gioco” non è mai finito. E’ la “lunga guerra” di cui Mackinder parla per istituire un “impero mondiale.” Ha cambiato nome da “Guerra Fredda” e la “Grande Guerra” a “Guerra globale al terrore.” Potrebbe finire come Terza Guerra Mondiale.
Nella I parte del presente articolo, è stata discussa la formazione di una contro-alleanza in Eurasia. La II parte ha fornito una panoramica dei fronti del “Grande Gioco” in diverse regioni del mondo. Nella III parte, sono analizzati i pericoli di una guerra nucleare globale.
Il “Grande Gioco” e la conquista dell’Eurasia: Verso una Scenario da III Guerra Mondiale? L’incubo geo-strategico di Mackinder
Nazemroaya Mahdi Darius – 30/11/2010
PARTE I La Controalleanza Globale dell’Eurasia all’espansionismo USA-NATO.
La marcia USA-NATO verso la Guerra e il “Grande Gioco” del 21° secolo
Nazemroaya Mahdi Darius – 05/12/2010
PARTE II I
bombardieri strategici della Russia hanno ripreso la loro routine da Guerra Fredda di effettuare missioni di pattugliamento a lunga distanza sui territori dagli Stati Uniti.
Diffidenza tra le grandi potenze eurasiatiche
La diffidenza tra la Triplice Intesa dell’Eurasia – Russia, Cina e Iran – e i loro altri alleati esiste ancora. Prima di una visita di Stato in India nel 2007, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, aveva espresso le tensioni nel clima geopolitico dell’Eurasia, durante un’intervista. Gli era stato chiesto delle ambizioni di Minsk per quanto riguarda l’adesione alla SCO (Shanghai Cooperation Organization). Il presidente Lukashenko aveva dichiarato: “Noi vediamo grandi prospettive per [la] SCO, a condizione che possa armonizzare gli interessi e superare una certa diffidenza tra i suoi membri,
per esempio tra la Russia e la Cina, o l’India e la Cina.” [54]
Gli Stati-nazione dell’Eurasia lavorano accuratamente per eliminare questa diffidenza reciproca. Tutte le potenze eurasiatiche sono potenziali rivali e avversarie, ma sotto la realtà attuale del contesto globale si rendono conto che devono lavorare insieme per sfidare la minaccia strategica USA-NATO.
L’alternativa alla cooperazione eurasiatica sarebbe il crollo delle nazioni dell’Eurasia, lo smantellamento e il cambio di regime, che potrebbe potenzialmente trasformarle in territori economici controllati dall’estero, sul modello delle repubbliche dell’ex-Jugoslavia.
Gli eurasiatici vogliono anche scollegare gli Stati Uniti dai loro alleati della NATO e dell’UE, in particolare Francia e Germania. La strategia eurasiatista del Cremlino ha ancora dei piani di
cooperazione con l’UE e per l’integrazione di diversi Stati europei nell’alleanza russa con la Cina e l’Iran. Questo include anche l’obiettivo di fondere l’UE all’interno della più ampia entità geo-politica eurasiatica.
Una volta che la sfiducia tra gli eurasiatici sarà completamente superata, gli USA e i loro partner non avranno altra scelta, se non rinunciare al loro sogno di controllo dell’Eurasia o a ricorrere ad altri mezzi, compresi atti di guerra. Quando accadrà questo, la minaccia di una guerra a spettro completo con armi nucleari potrebbe diventare una possibilità reale.
Scritta sul muro: L’ascesa dell’Eurasia
Dalla fine della Guerra del Golfo del 1991, contro l’Iraq, guidata dagli Stati Uniti, le basi per la campagna per il controllo dell’Eurasia furono messe in atto. L’obiettivo era quello di
impedire la coesione eurasiatica e l’ascesa della Cina come superpotenza.
Questa campagna per controllare l’Eurasia venne resa pubblica da George H. W. Bush padre, nel suo discorso della vittoria nella Guerra del Golfo, il 6 marzo 1991. In questo discorso aveva spiegato il significato di questa iniziativa, nel contesto della creazione di un “Nuovo Ordine Mondiale“.
Come parte di questa campagna, i rapporti continui circa le crescenti minacce di Iran, Russia e Cina emersero. Il processo di demonizzazione era cominciato. Nel 1996, il segretario alla Difesa, William Perry, iniziò a sollevare gli allarmi, dicendo che l’Iran era una “crescente minaccia per la stabilità del [Persico] Golfo.” [55]
Prima del 2001, Mosca, Pechino e Teheran erano consapevoli del
fatto che gli Stati Uniti e i loro alleati, stavano preparando una qualche forma di occupazione dell’Heartland eurasiatico. Il 12 marzo 2001 (sei mesi prima del 9/11), la Federazione russa aveva formalmente accettato di riprendere le vendite di armi russe all’Iran. La Russia stava aiutando l’Iran a sviluppare le sue capacità militari, in risposta alle velate minacce USA-NATO. Mosca e Teheran decisero anche di cooperare nel settore dell’energia e sulla tecnologia nucleare. [56] Secondo il New York Times:
[L’] annuncio, non inatteso, avvenne durante il primo incontro in quattro decenni, tra capi di stato russo e iraniano. La calorosa riunione produsse da subito una svolta diplomatica. Altrettanto chiaramente, è stato un segnale rivolto all’amministrazione Bush sia dagli iraniani che dai russi, che intendevano limitare l’influenza statunitense in Medio Oriente, sia con mezzi
diplomatici che militari. Economicamente, la Russia è interessata alla cooperazione. E politicamente, l’Iran dovrebbe essere uno stato auto-sufficienti e indipendente, pronto a proteggere i suoi interessi nazionali [ad esempio, in un confronto militare con gli Stati Uniti, Israele e Gran Bretagna], aveva detto Putin. [57]
Come segno di ciò che era in serbo, alla stessa data della firma del contratto russo-iraniano, il New York Times aveva riferito che Pechino potrebbe essere il bersaglio di piani degli Stati Uniti per un progetto di scudo missilistico che avrebbe minacciato la Cina. [58] Nell’ottobre 2000, il Cremlino inoltre aveva avviato la spinta per la formazione di una Unione euroasiatica, che seguisse l’esempio dell’Unione europea. [59] I semi di questa Unione eurasiatica, è sotto forma di unione doganale tra Russia, Kazakistan e Bielorussia (e possibilmente Ucraina) che vedrà
l’ingresso nel World Trade Organization (WTO) come singola entità. [60]
Mentre Teheran e Mosca avevano firmato un importante accordo di cooperazione il 12 marzo 2001, pochi mesi dopo, Mosca e Pechino avevano firmato il trattato di buon vicinato e cooperazione amichevole (24 luglio 2001, meno di due mesi prima dell’11 settembre 2001). I cinesi, i russi e gli iraniani tutti videro la scritta sul muro. Il conflitto geo-politico era all’orizzonte e la macchina da guerra della NATO e degli Stati Uniti si preparava a marciare sull’Eurasia. I tragici eventi dell’11 settembre 2001 sono stati i primi battiti del tamburo, o la salva di apertura, di un molto più ampio conflitto.
Forse la politica estera degli Stati Uniti facilitava la creazione di un blocco eurasiatico? Senza dubbio, Washington era consapevole del fatto che
incoraggiava Mosca, Pechino e Teheran ad unire le forze. È stato l’incontro tra i principali attori dell’Heartland eurasiatico inevitabile fatalità o il risultato delle azioni degli Stati Uniti? Gli USA possono avere agito da catalizzatore, ma la proposta del 2000 per una Unione euroasiatica ed il riavvicinamento sino-russo, mostravano che la coesione eurasiatica è un destino. E’ questa fusione in Eurasia che gli Stati Uniti e l’Unione europea vogliono schiacciare.
L’Orwelliana Guerra Perpetua: Oceania contro Eurasia?
Riguardo alla proiezione di potenza, Friedrich Ratzel e Alfred Mahan avevano previsto che la potenza navale era superiore a quella terrestre. Mackinder, che inizialmente pose l’accento sulla potenza terrestre, sarebbe arrivato anche a sottolineare il potere navale allo stesso modo di Ratzel e Mahan.
Il potere navale è la base della forza di Gran Bretagna, USA, gran parte dell’Europa occidentale e Giappone. Il potere terrestre, d’altra parte, è sempre stata la base della forza di Russia, Cina, India e Iran. Si deve notare che queste tradizionali potenze terrestri, negli ultimi anni hanno notevolmente aumentato le loro capacità navali.
Gli eurasiatici agiscono per assicurare che possano estendere il loro potere al di là della Eurasia, in caso di una guerra? Le potenze terrestri dell’Eurasia stanno sviluppando le loro potenze navali al fine di estendere la loro influenza in tutto il mondo. Le minacce di guerra sono sempre più forti. Tali minacce comprendono quelle contro l’Iran. L’Iran è un pilastro geo-strategico e della sicurezza sia per Mosca che per Pechino.
Nel 2007, il segretario generale della CSTO (Collective
Security Treaty Organization), Bordjuzha, aveva avvertito il governo degli Stati Uniti contro qualsiasi mossa aggressiva contro l’Iran, dicendo che ci sarebbero state conseguenze importanti. La CSTO è una organizzazione di difesa post-sovietica dell’Europa, anche se ai suoi margini orientali, e dell’Asia. Eventuali ritorsioni della CSTO avrebbero un effetto diretto su tutta l’Europa, oltre al Medio Oriente e all’Asia Centrale. Qualsiasi aggressione condotta dagli statunitensi contro l’Iran, sarebbe limitata come Robert Baer, ex agente della CIA, ha suggerito. [61]
E’ in questo contesto che le truppe russe hanno iniziato a mobilitarsi nella regione del Caucaso, vicino ai confini dell’Iran. Allo stesso modo, la Russia ha raggiunto un accordo militare con l’Armenia, che consente l’uso di basi militari dell’Armenia da parte delle forze russe. [62] Anche la Cina ha iniziato ad aggiornare le sue forze navali per proteggere le rotte energetiche della
Cina attraverso l’Oceano Indiano, in caso di una grande guerra.
In caso di conflitto, gli Stati Uniti e la NATO hanno previsto il taglio della Cina dalle fonti di energia. Questa è stata caratterizzata dalla pressione statunitense sul Myanmar (Birmania), così come dalla creazione della Proliferation Security Initiative (PSI). Gli obiettivi dell’ammiraglio Mullen di unire le marine militari della NATO in una “marina di mille navi” è in gran parte diretta contro la Cina. [63] Inoltre, l’alleanza informale militare simil-NATO tra Israele, Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Bahrein e Emirati Arabi Uniti è anche una sfida alla coalizione cino-russo-iraniana. In risposta a questi sviluppi, gli aerei e le navi russi e cinesi dal 2006, si avventurano negli spazi operativi degli USA e della NATO, che si estendono dal Nord America al Pacifico e alle isole britanniche. A sua volta, la strategia del Pentagono chiede una maggiore
militarizzazione, nonché la creazione di “una cintura militare” intorno all’Eurasia, da parte della NATO e dei suoi alleati asiatici come Giappone, Taiwan, Singapore, Corea del Sud e Australia. L’obiettivo di questo accerchiamento militare è quello di neutralizzare sia la Russia che la Cina.
A livello globale, c’è uno stato di guerra perpetua. Diversi teatri di guerra regionali sussistono. Eppure, tutti questi teatri regionali fanno parte di un più ampio progetto globale, caratterizzato dallo scontro tra Eurasia, da un lato, e le potenze oceaniche della periferia, che si trovano ai margini di Eurasia (Europa Occidentale, America del Nord, e il Pacifico), dall’altro. Quindi, queste due entità geo-politiche stanno marciando verso la guerra.
La marcia verso la guerra: escalation nucleare
Nel 2007, la Gran
Bretagna ha iniziato a riarmarsi con una versione aggiornata del sistema missilistico nucleare Trident, che è stato violentemente contrastato alla Camera dei Comuni britannica. [64] Il primo ministro britannico Tony Blair ha dovuto affrontare sia una rivolta nel suo partito sulla questione, sia le proteste per le strade di Londra. La mossa è stata una grave violazione del Trattato di Non-Proliferazione (TNP), che prevede che tutte le nazioni con armi nucleari debbano disarmare. La Gran Bretagna non è sola, gli Stati Uniti hanno anche continuato a costruire il loro mortale arsenale nucleare in violazione del TNP.
Nell’aprile 2010, vi sono stati due e molto diversi, vertici sul disarmo nucleare, negli Stati Uniti e a Teheran. Al vertice di Teheran, il risultato principale è stato la richiesta iraniana di disarmo nucleare totale mondiale, mentre al vertice statunitense, il
presidente Obama ha cercato di ridefinire il TNP, dicendo che l’Iran e la Corea del Nord non sarebbero coperti dall’obbligo statunitense al diritto internazionale, a non utilizzare le armi nucleari contro stati conformi al TNP. [65] Teheran successivamente ha presentato una denuncia formale alle Nazioni Unite, circa la minaccia di un attacco nucleare statunitense. [66] Il Generale Leonid G. Ivashov (in pensione), un noto analista militare russo ha costantemente avvertito del pianificato attacco nucleare USA-israeliano contro l’Iran. Ivashov ha anche avvertito che gli Stati Uniti e la NATO sono minacce per la Russia e tutta l’Eurasia. Ivanshov è stato un attore importante nella “svolta” militare e degli scambi diplomatici del 2001 tra Teheran e Mosca. Ha anche fatto sensazione, in Russia e nell’ex Unione Sovietica, annunciando sotto gli auspici della scienza geopolitica Accademia di Russia, che Mosca dovrebbe usare termini forti per chiarire la
sua dottrina nucleare, al fine di proteggere i suoi alleati della CSTO. [67] I suggerimenti di Ivashov sono stati rispettati: un ombrello nucleare russo ora esiste su tutti i membri della CSTO.
La CSTO è stata inaugurata nel 2002, dopo l’invasione del 2001 dell’Afghanistan controllato dai taliban e preparata, mentre era in corso l’invasione anglo-statunitense dell’Iraq. Questo di per sé dice qualcosa. L’organizzazione di difesa post-sovietica è stata inizialmente fondata sul quadro del trattato sulla sicurezza collettiva (noto anche come Trattato di Sicurezza Collettiva o CST), che è stato firmato il 15 maggio 1992.
La CSTO, però, è diversa dal CST post-sovietico, firmato sotto l’egida della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). La CSTO si concentra sulla sicurezza collettiva all’interno di un’organizzazione
istituzionalizzata, come la NATO, con l’obiettivo di una partecipazione estesa in Eurasia. La creazione del CSTO, come la SCO, è stata la risposta russa all’espansionismo degli Stati Uniti e della NATO in Eurasia. Mosca ha anche fatto pressione per il riconoscimento formale della CSTO da parte della NATO, e dell’accordo NATO-CSTO sull’Afghanistan post-2001, qualcosa che la NATO è stata riluttante a fare. [68]
A parte un ombrello nucleare sulla CSTO, Mosca ha inoltre adottato una nuova dottrina nucleare di attacco preventivo, entrato in vigore nel 2010. [69] Questo nuova dottrina russa dell’attacco nucleare preventivo, è in risposta alla dottrina USA-NATO della guerra nucleare preventiva. In altre parole, Mosca ha fatto una mossa difensiva che rispecchia simmetricamente quella degli Stati Uniti e della NATO. Questa nuova dottrina dell’attacco nucleare permetterebbe anche Mosca di usare
armi nucleari in teatri regionali, come nel caso di una guerra con la Georgia, il Giappone o gli Stati baltici. [70]
Il bilancio militare della Russia è aumentato annualmente del 20% dal 2006, raggiungendo circa un trilione di rubli nel 2008. [71] Si tratta di un aumento significativo. Anche Pechino, sta migliorando la sua potenza militare e rafforzando il suo arsenale nucleare, a causa delle minacce degli Stati Uniti.
Assieme all’adozione della dottrina di attacco preventivo nucleare per la Russia, Mosca ha anche minacciato di ritirarsi dal trattato Intermediate-Range Nuclear Forces. Nel 2007, il capo di stato maggiore generale della Forze armate russe, intimava che la Russia avrebbe potuto ritirarsi dal trattato in risposta alle minacce degli Stati Uniti e della NATO. [72] Sotto il Trattato Intermediate-Range Nuclear
Forces, che è stato firmato dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica nel 1987, l’esercito russo s’è limitata nel possedere missili a corto raggio e medio raggio e a raggio intermedio, che sono missili dalla notevole gittata da 500 chilometri a 5.500 km.
Da un punto di vista strategico militare, in caso di una guerra USA-NATO contro la Russia e la CSTO, l’esercito russo sarebbe stato costretto ad utilizzare i suoi missili balistici intercontinentali (ICBM) o a lunga gittata in Europa o in teatri di guerra regionali in prossimità dei suoi confini, invece di puntare sugli Stati Uniti e il continente nordamericano, che potrebbe restare indenne. Le minacce russe di ritirarsi dal trattato Intermediate-Range Nuclear, in effetti, vorrebbero dire che il Cremlino vuole la capacità di poter indirizzare e minacciare gli Stati Uniti con un attacco nucleare.
La SCO-CSTO contro la NATO
La Russia ha anche chiesto un impegno pieno da parte della SCO di essere coinvolta nell’Afghanistan presidiato dalla NATO. Ha inoltre contestato il monopolio della NATO della cosiddetta stabilizzazione in Afghanistan. [73] Inoltre, la CSTO e le Nazioni Unite hanno firmato un accordo di cooperazione nel marzo 2010, simile a quello segretamente firmato dal Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon e dalla NATO, il 9 ottobre 2008. [74]
Sia la SCO che la CSTO sono destinate ad allargarsi in Eurasia come contrappesi alla NATO. Sotto il proprio ambiente geo-politico, Ucraina, Iran, Mongolia, Turkmenistan, Repubblica di Azerbaigian, Georgia e Serbia sono possibili candidati a partecipare alla CSTO. Dopo la vittoria elettorale del 2010 di Viktor Yanukovych in Ucraina,
Mosca ha detto che l’Ucraina sarebbe accolta come membro a pieno titolo della CSTO. [75]
Il caso del tentativo iraniano di entrare nella CSTO e nella SCO è complicato. Il segretario generale della SCO, Bolat Kabdylkhamitovich Nurgaliyev, ha accolto favorevolmente l’offerta iraniana di essere membro a pieno titolo della SCO, nel marzo 2008. [76] L’Iran, con l’aiuto del Tagikistan, ha anche accelerato e messo maggiore interesse nella sua corsa a diventare membro a pieno titolo della SCO. [77] A partire dal 2007 la Russia aveva apertamente, ma in silenzio, insistito per la piena inclusione dell’Iran nella SCO. [78] Anche il Kirghizistan aveva iniziato a sostenere l’offerta di Teheran in quel momento. [79] L’offerta iraniana, però, è stata respinta dalla SCO nel 2010. [80] Questa è stata una mossa strategica della Russia e la Cina, per spingere Teheran a trincerarsi più profondamente nella loro Triplice Intesa.
Dopo la morte di Saparmurat Niyazov Atayevich (“Turkmenbashi” o il “Capo dei turkmeni“), il suo successore, il presidente Berdymukhammedov, ha rimosso il Turkmenistan dal suo stato di neutralità auto-imposto e ha portato Ashgabat (Ashkhabad) più vicino a Mosca, Teheran, e Pechino. Il Turkmenistan ha anche iniziato a partecipare alle riunioni ed eventi della SCO. Bielorussia e Sri Lanka sono diventati partner del dialogo nel 2009 e hanno cominciato a partecipare alla SCO. La SCO ha anche avviato il dibattito circa il quadro di una valuta di blocco per i suoi membri.
Sia la CSTO che la SCO coprono gran parte dello stesso spazio dell’Eurasia e le due organizzazioni eurasiatiche possono effettivamente unirsi quando sarà il momento giusto. Gli accordi firmati tra gli Stati membri di queste due organizzazioni, sono paralleli a quelle tra la NATO e
l’Unione europea. Sia la CSTO che la SCO stanno spingendo verso la formazione di una Unione Eurasiatica. Essi hanno inoltre firmato un accordo di cooperazione militare, che rende effettiva la Cina quale membro della CSTO e crea un blocco difensivo unificato dal Mar Giallo all’Asia centrale e orientale. [81]
Nel luglio 2007, la CSTO ha proposto che la SCO e la CSTO collaborassero insieme nell’Afghanistan presidiato dalla NATO. [82] Nel febbraio 2008, i segretari generali della CSTO e della SCO, Nikolaj Bordyuzha e Bolat Nurgaliyev, si sono riuniti presso la sede della CSTO a Mosca, per una seconda tornata di consultazioni. L’incontro tra i due uomini, uno ex colonnello-generale russo e l’altro un ex diplomatico del Kazakistan, è stato organizzato per sviluppare e attuare l’accordo CSTO-SCO firmato in Tagikistan nell’ottobre 2007.
Ripresa dei voli in stile Guerra Fredda
I voli da Guerra Fredda sono stati ripresi. Questi voli sono chiamati voli strategici. Che sono, in sostanza, una minaccia militare per colpire i rivali in caso di una guerra. Le intercettazioni di aerei da combattimento russi da parte dei caccia della NATO, sono diventate un fatto comune da quando la Russia ha ripreso i voli di pattugliamento dei bombardieri strategici sulle acque internazionali del Mar Glaciale Artico, l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico, per ordine di Vladimir Putin nell’agosto 2007. Da quel momento fino alla fine dell’agosto 2008, ci sono stati quasi ottanta voli strategici russi.
Durante il sorvolo dello spazio aereo neutrale internazionale, i jet e le navi russi sono stati accompagnati o monitorati da aerei e dai vascelli della NATO. Il 9 aprile 2008, quattro bombardieri strategici russi Tupolev Tu-95 e quattro aerocisterne Il-78 che volavano vicino
all’Alaska, sono stati intercettati e seguiti da aerei della NATO. [83] Questo è stato il secondo incidente, in meno di un mese; il 19 marzo 2008 due bombardieri strategici russi Tupolev Tu-95 sono stati intercettati e seguiti da jet da combattimento F-16 e Tornado. [84]
Il globo non viene de-militarizzato. La Russia ha inviato i suoi aerei da guerra e bombardieri nucleari strategici, a volare sui Caraibi e l’America Latina, dove il blocco bolivariano li ha accolti come alleati. Questi voli sono sinonimo di crescenti tensioni globali.
La guerra e la governance globale
Le questioni geo-politiche relative al Kosovo, Iraq, Corea, al programma di energia nucleare iraniano, all’espansionismo della NATO e al progetto di scudo missilistico statunitense in Europa orientale e in Asia, sono correlati. La natura interrelata di
tutti questi conflitti geo-strategici è potenzialmente instabile. Alla radice vi è lo stato che serve interessi elitari. In questo contesto vale la pena citare 1984 di George Orwell. Un estratto da un libro fittizio, la Teoria e pratica del collettivismo oligarchico di Emmanuel Goldstein, letto dal protagonista di Orwell, Winston, riassume questo punto:
La guerra, dunque, se la si giudica dalle norme delle guerre precedenti, è una mera impostura. […] Ma se è irreale, non è priva di significato. Consuma il surplus di beni di consumo, e aiuta a preservare la particolare atmosfera mentale di cui una società gerarchica ha esigenza. La guerra, si vedrà, ora è un affare puramente interno. In passato, i gruppi dirigenti di tutti i paesi, anche se possono riconoscere il loro interesse comune e quindi limitare la distruttività della guerra, si sono combattuti l’uno contro l’altro, e il
vincitore ha sempre saccheggiato i vinti. Ai nostri giorni non stanno affatto combattendo uno contro l’altro a tutti. La guerra è combattuta da ogni gruppo dirigente nei confronti dei suoi sudditi, e l’oggetto della guerra non è fare o evitare conquiste di territori, ma mantenere la struttura della società intatta. La stessa parola [e la concettualizzazione di] ‘guerra’, quindi è stata fuorviante. [85]
Oggi il mondo è nel mezzo di una guerra economica, mentre un sistema di governance globale anche viene messo in atto per evitare una guerra globale per le risorse attraverso acquisizioni economiche e politiche. Questo è anche ciò che organizzazioni come il Fondo monetario internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (BM) fanno. Mackinder prevedeva anche un futuro sistema di governance globale: “[S]e la libertà delle nazioni è essere sicuri, ci si deve basare su un approccio ragionevole
a parità di risorse tra un certo numero di nazioni più grandi.” [86] Ciò che implicava Mackinder era un patto tra le cosiddette grandi potenze, in modo che avrebbero trasformato il pianeta in un condominio per gestire le risorse globali.
A questo proposito, nella riunione trilaterale del novembre 2010 tra i ministri degli esteri di India, Cina e Russia a Wuhan, la Cina ha indicato l’istituzione di un sistema condiviso di governance globale. [87] Il loro comunicato congiunto l’ha delineato in vari modi, illustrando la riforma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Di particolare interesse è l’articolo 13:
I Ministri hanno ribadito il loro sostegno al G20 come il più importante forum per la cooperazione economica internazionale, e hanno accolto con favore le decisioni del vertice del G20 a Seoul, anche sulla riforma delle
quote del FMI. Essi hanno ribadito che l’obiettivo della riforma delle istituzioni finanziarie internazionali è quello di realizzare, passo dopo passo, la distribuzione equa del potere di voto tra i paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. [88]
Le tensioni globali sono, in parte, anche causate dall’attrito sulla configurazione di un sistema di governance globale e dal consenso incompleto tra le elites globali. Ogni gruppo sta cercando di massimizzare la propria quota di controllo globale e risorse in un sistema in evoluzione della governance mondiale. I negoziati tra l’Iran e le grandi potenze attraverso i “permanenti cinque più uno” (P5 +1), che comprende Stati Uniti, Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania, così come l’UE, hanno anche legami con questo processo. I colloqui tra Teheran e il P5+1 sono dei più ampi negoziati, molto legati al ruolo che l’Iran
giocherebbe in un sistema di governance globale, e non sono solo concentrati sul programma energetico nucleare iraniano.
Il concorso tra Oceania ed Eurasia per il controllo in un sistema di governance globale?
La minaccia di guerra esiste, ma non solo contro la Siria, Libano e Iran. Iran, Siria, Libano, Palestina e Iraq sono solo nelle posizioni che la Serbia e la Bosnia-Erzegovina avevano nei Balcani alla vigilia della prima guerra mondiale, quando l’Impero asburgico o l’Austria-Ungheria, era alla ricerca di una scusa per invadere e controllare la Serbia, nel più ampio quadro della rivalità economica tra le grandi potenze europee e mondiali. Le tensioni contro l’Iran e la Siria hanno le sfumature di un più ampio e storico conflitto che coinvolge di gran lunga l’Heartland eurasiatico e gli stati oceanici ai margini del continente eurasiatico e nel Nord America –
“Oceania versus Eurasia“. Attraverso la cassetta degli attrezzi delle pubbliche relazioni (PR), tutti i tipi di scuse e pretesti sono esercitati e modellati per giustificare una futura guerra contro l’Iran e i suoi alleati, compresi le pretese di Hillary Clinton che l’Iran stia diventando una dittatura militare. Hillary Clinton ha detto a un pubblico del Qatar, quanto segue: “Vediamo che il governo dell’Iran, il leader supremo, il presidente, il parlamento, vengono soppiantata e che l’Iran si sta muovendo verso una dittatura militare [sotto la Guardia Rivoluzionaria Iraniana].” [89] Daniel Meridor, il vice primo ministro e ministro dell’energia atomica e dell’intelligence di Israele, è andato oltre, dicendo che la posizione degli USA sul globo sarà determinata dal corso dell’Iran e che la questione iraniana non riguarda essenzialmente le armi nucleari, ma l’equilibrio del potere globale. [90] Commentando questo cambiamento
nell’equilibrio globale del potere, il presidente siriano ha detto al quotidiano italiano La Repubblica, che una nuova alternativa geo-politica è nata dall’alleanza tra Siria, Iran, Russia e Turchia, attraverso i loro interessi comuni e l’integrazione nel “centro del mondo.”[91] Nel contesto di questa nuova realtà geo-politica in Eurasia, Teheran ha fornito supporto alle esercitazioni militari nel settembre 2010, tra unità aeree turche e cinesi, consentendo ai jet militari cinesi di usare le basi militari iraniane. [92] Le esercitazioni militari turco-cinesi non sono così significativi perché l’Iran consente l’uso del suo spazio aereo e le strutture agli aerei da guerra cinese, ma perché la Cina e la Turchia, come Israele e Cina, hanno iniziato la cooperazione militare negli anni ’90.
Mackinder ha detto una cosa molto cruciale per comprendere la direzione verso cui queste
guerre sono dirette:
“Le grandi guerre della storia – abbiamo avuto una guerra mondiale circa ogni 100 anni negli ultimi quattro secoli – sono il risultato, diretto o indiretto, della crescita ineguale delle nazioni, e la crescita ineguale non è interamente dovuta a maggiori genio e energia di alcune nazioni rispetto ad altre, in larga misura è il risultato della distribuzione ineguale della fertilità e della opportunità strategica sulla faccia del nostro globo. In altre parole, in natura non esiste qualcosa come la parità delle opportunità per le nazioni. A meno che io abbia del tutto male interpretato i fatti della geografia, vorrei andare oltre, e dire che il raggruppamento delle terre e dei mari, e delle fertilità e dei sentieri naturali, è tale da condurre se stesso alla crescita degli imperi, e alla fine a un singolo Impero Mondiale. Se vogliamo realizzare il nostro ideale
di una Lega delle Nazioni che impedisca la guerra, in futuro, dobbiamo riconoscere queste realtà geografiche e adottare misure per contrastare la loro influenza“. [93]
La natura delle guerre moderne si basa sull’usurpazione delle risorse naturali e della ricchezza delle nazioni. Così, queste guerre sono guerre materialiste, combattute sia per motivi strategici che per acquisire ricchezza e potere o per usurparle direttamente. Ogni quadro ideologico è usato per ingannare le masse. Queste guerre sono al dunque degli atti criminali.
Pensare l’impensabile: una guerra nucleare in Medio Oriente contro l’Iran?
“L’Iran è una nazione complessa e non sembra che Israele abbia il potere di sfidarla.”-Javier Solana (Der Tagesspiegel, 13 gennaio 2007)
Il programma nucleare iraniano è un pretesto per l’aggressione contro l’Iran. Gli Stati Uniti e i loro alleati stanno seriamente pensando a un attacco nucleare contro l’Iran. Il terreno politico, le procedure militari, la diffusione della disinformazione e il lavoro dei media sono tutti in corso da anni. Nonostante la sua guerra psicologica e tutta la sua propaganda nel creare il miraggio di essere una potenza militare, Tel Aviv non è in grado di condurre e vincere una guerra convenzionale contro gli iraniani. Nonostante il grande arsenale israeliano di armi di distruzione di massa (WMD), l’Iran è una potenza militare molto più forte di Israele. Nel 2009, la potenza militare iraniana ha iniziato ad essere esaminata nelle stesse valutazioni annuali che gli Stati Uniti riservano all’espansione militare cinese. [94] Anche l’ex comandante delle forze armate israeliane, Daniel Halutz, ha
avvertito che Israele non può affrontare da solo l’Iran. [95] Questo è il motivo per cui Benjamin Netanyahu e il governo israeliano hanno chiesto agli USA di impegnarsi militarmente contro l’Iran. [96]
Un qualsiasi attacco contro l’Iran sarà una operazione congiunta tra Israele, Stati Uniti e la NATO. Un tale attacco degenererebbe in una grande guerra. Gli Stati Uniti potrebbero attaccare l’Iran, ma non possono vincere una guerra convenzionale. Il Generale Jurij Baluevskij, l’ex capo di stato maggiore generale delle Forze armate russe e vice ministro della difesa russo, nel 2007 si fece avanti pubblicamente per avvertire che un attacco all’Iran sarebbe stato un disastro globale e impossibile da vincere per il Pentagono. [97] Tale guerra contro l’Iran e i suoi alleati in Medio Oriente comporterebbe l’uso di armi nucleari contro l’Iran, come solo mezzo per sconfiggerlo. Anche Saddam
Hussein, che durante i suoi giorni, una comandava la una volta più potente forza militare e stato arabi, era consapevole di questo. Il 25 luglio 1990, in un incontro con April C. Glaspie, l’ambasciatrice USA a Baghdad, Saddam Hussein aveva dichiarato: “Ma sapete che [cioè gli Stati Uniti] non sono quelli che hanno protetto i vostri amici durante la guerra con l’Iran. Vi assicuro, se gli iraniani avessero invaso la regione, le truppe americane non li avrebbero fermati, se non per l’uso di armi nucleari.“[98]
Il diabolicamente impensabile non è più un tabù: l’uso di armi nucleari, ancora una volta contro un altro paese da parte dei militari statunitensi. Questa sarà una violazione del TNP e del diritto internazionale. Ogni attacco nucleare contro l’Iran avrà importanti impatti ambientali a lungo termine. Un attacco nucleare contro l’Iran contaminerà anche vaste aree ben oltre
l’Iran a luoghi, come l’Europa, la Turchia, la Penisola Arabica, l’Asia centrale, il Pakistan e l’India. All’interno della NATO e tra gli alleati degli Stati Uniti, c’è un consenso nel legittimare e normalizzare l’idea di usare armi nucleari. Questo consenso mira a spianare la strada ad un attacco nucleare contro l’Iran e/o altri paesi in futuro. Questo lavoro di base comprende anche la normalizzazione delle armi nucleari israeliane.
Verso la fine del 2006, Robert Gates ha affermato che Israele ha armi nucleari, che fu presto seguita da una scivolata conveniente al momento giusto, della lingua di Ehud Olmert, che precisava che Tel Aviv è in possesso di armi nucleari. [99] In questo contesto, Fumio Kyuma, ex ministro della difesa giapponese, durante un discorso alla Reitaku University nel 2007, che fece seguito alle dichiarazioni di Gates e Olmert, ha cercato di legittimare pubblicamente il lancio delle bombe atomiche da parte degli USA contro i
civili giapponesi. [100] A causa della massiccia indignazione pubblica nella società giapponese, Kyuma è stato costretto a dimettersi dalla carica di ministro della difesa. [101]
Una strada incerta davanti: Armageddon nel nostro pianerottolo? La Marcia verso un orizzonte ignoto…
Secondo il Christian Science Monitor, Pechino è il barometro se l’Iran sarà attaccato, e sembra improbabile per l’accelerazione degli scambi tra la Cina e l’Iran. [102] Ancora una grande guerra in Medio Oriente e una guerra ancora più pericolosa a livello mondiale, con l’uso di armi nucleari, non dovrebbe essere esclusa. Il globo si trova ad affrontare uno stato di escalation militare in tutto il mondo. Ciò che si profila di fronte all’umanità, è la possibilità di una guerra nucleare totale e l’estinzione della maggior parte della
vita su questo pianeta, come la conosciamo. Né gli eventi che portano a una nuova guerra globale devono essere necessariamente basata su un grande evento distruttivo, che non esplode affatto in una volta. Gli eventi potrebbero essere numerosi e il processo lento e calcolato. La prima Guerra Fredda non è mai veramente finita, o almeno la mentalità dietro la prima Guerra Fredda non è mai veramente scomparsa. Stati Uniti, Gran Bretagna, NATO, ed i loro alleati si stanno posizionando a livello globale per il conflitto. Essi stanno letteralmente preparando la scacchiera globale per la guerra. In questo contesto, gli Stati Uniti si stanno radicando in aree chiave che possono essere utilizzate come punti di controllo, piattaforme di lancio strategico e punti-chiave in futuri conflitti militari.
Nello Yemen gli Stati Uniti creano delle basi per controllare una delle più vitali rotte marittime globale, che collega il Mar Rosso all’Oceano Indiano. In
Europa orientale, dai Balcani al Baltico, gli Stati Uniti e la NATO stanno dispiegando truppe e creano ampie infrastrutture militari per castrare e dominare la Bielorussia, l’Ucraina, e il centro europeo della Russia. Nel Caucaso, gli Stati Uniti e la NATO stanno usando la Georgia per sfidare la Russia. Nel Golfo Persico le forze militari di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Israele e NATO stanno lavorando per affrontare l’Iran e controllare, in ultima analisi, notevoli quantità di energia a livello mondiale. A Taiwan e nella penisola coreana l’esercito statunitense è coinvolto attivamente nei preparativi di guerra contro la Corea del Nord e la Cina continentale, e Taipei è volutamente un’arma contro Pechino, come parte di un accerchiamento militare più ampio da erigere intorno alla Repubblica Popolare Cinese. Infine, la Colombia è utilizzata dagli Stati Uniti come una testa di ponte contro il Venezuela e l’Ecuador e Haiti viene utilizzata come
una base USA nei Caraibi.
Ciò che è certo è che il cosiddetto “Grande Gioco” non è mai finito – è sempre stato parte della “lunga guerra” di cui parlava Mackinder riguardo al processo storico di istituire un “impero mondiale” – ha solo cambiato nome. Ieri è stata la “Guerra Fredda“, il giorno prima era la “Grande Guerra” e oggi è la “Guerra globale al terrore.” Chi sa come sarà chiamato domani – forse Terza Guerra Mondiale – e dove accadrà all’umanità. Non è un gioco e non vi è niente di grande in proposito, ma questo cosiddetto “Grande Gioco” può condurre l’umanità verso le orme di Megiddo e Yathrib.
Mahdi Darius Nazemroaya è ricercatore associato presso il Centre for Research on Globalization (CRG).
NOTE
[54] Vladimir Radyuhin, “India is top priority for Belarus”, The Hindu, 16 aprile 2007.
[55] “Iran builds up military strength at mouth of Gulf”, Cables News Network (CNN), 6 agosto 1991.
[56] Michael Wines, “Iran and Russia Sign Oil and Weapons Pact”, The New York Times, 12 marzo 2001.
[57] Ibid.
[58] Trevor Corson, “Backing Beijing Into a Corner”, The New York
Times, 12 Marzo 2001.
[59] Sebastian Alison, “Putin Pushes for ‘Eurasian Union’”, Reuters, 10 ottobre 2007.
[60] “Russia, EU may soon reach agreement on WTO – Putin”, The Information Telegraph Agency of Russia/Informatsionnoye telegrafnoye agentstvo Rossii (ITAR-TASS), “Ukraine eyes customs union with Russia, Kazakhstan, Belarus”, Russian News and Information Agency (RIA Novosti), 26 novembre 2010; “Ukraine may join Customs Union, constitutional amendments needed – Yanukovich”, The Information Telegraph agency of Russia/Informatsionnoye telegrafnoye agentstvo Rossii (ITAR-TASS), 26 novembre 2010.
[61] Geoff Elliott, “US ‘poised to strike Iran’”, The Australian, 25 Agosto 2007.
[62] Mahdi Darius Nazemroaya, “The March to War: Détente in the Middle East or ‘Calm before the Storm?‘” Centre for Research on Globalization (CRG), 10 luglio 2007; Harutunian, “Russia extends military”, Op. cit.
[63] Mahdi Darius Nazemroaya, “The Globalization of Military Power: NATO Expansion”, Centre for Research on Globalization (CRG), 17 maggio 2007.
[64] “New Trident system approved”, The Hindu, 16 marzo 2007.
[65] Parisa Hafezi, “Iran, at nuclear conference, hits out at ‘bullies‘”, Reuters, 17 aprile 2010; Peter Baker and David E. Sanger, “Obama Limits When US Would Use Nuclear
Arms”, The New York Times, 5 aprile 2010.
[66] “Iran to launch protest with UN”, The Hindu, 13 aprile 2010.
[67] “Russia must use nuclear deterrent to protect allies – analyst”, Russian News and Information Agency (RIA Novosti), 12 marzo 2008; “Russia to Be Sanctioned to Use Nuclear Weapons to Defend CSTO Members”, Kommersant, 12 marzo, 2008.
[68] “Moscow urges NATO-CSTO treaty on Afghanistan”, Russian News and Information Agency (RIA Novosti), 11 Marzo 2008.
[69] Ilya Kramnik, “Who should fear Russia’s new military doctrine”, Russian News and
Information Agency (RIA Novosti), 23 ottobre 2009.
[70] Ibid.
[71] “Russian defense spending to grow 20% in 2008, to $40 bln”, Russian News and Information Agency (RIA Novosti), 26 Febbraio 2008.
[72] Vladimir Isachenkov, “Reports: Russia may exit Arms Treaty”, The St. Petersburg Times, 15 febbraio 2007.
[73] “Russia is for SCO observing countries cooperation activization”, Kazakhstan Today, 9 luglio 2007.
[74] “N, CSTO sign cooperation agreement”, Russian News and Information
Agency (RIA Novosti), 18 marzo 2010; Rodger McDermott, “Moscow Pushes For Formal Cooperation Between UN, CSTO”, Radio Free Europe (RFE), 16 Ottobre 2009; “Russia stunned by UN-NATO cooperation deal”, Russian News and Information Agency (RIA Novosti), 9 Ottobre 2008.
[75] “Russia would welcome Ukraine into CSTO post-Soviet security bloc”, Russian News and Information Ag ency (RIA Novosti), 18 maggio 2010.
[76] “SCO Chief welcomes Iran’ SCO membership”, Islamic Republic News Agency (IRNA), 28 Marzo 2008.
[77] “Mottaki: Iran ready to join Shanghai Cooperation Organization”, Islamic Republic News Agency (IRNA), 24 marzo 2008; “Iran seeks
quick SCO membership”, Islamic Republic News Agency (IRNA), 11 aprile 2008.
[78] “Iran’s SCO Membership on the Cards – Lavrov”, Kommersant, 11 Luglio 2007.
[79] “Mottaki: Iran spares no efforts to broaden ties with Kyrgyzstan”, Islamic Republic News Agency (IRNA), 21 Febbraio 2008; “Mottaki: Tehran calls for expansion of all-out ties with Bishkek”, Islamic Republic News Agency (IRNA), 21 Febbraio 2008.
[80] “Shanghai group set to deny membership to Iran”, Agence France-Presse (AFP), 11 giugno 2010.
[81] Vladimir Radyuhin, “Defence pact to balance
NATO”, The Hindu, 7 ottobre 2007.
[82] “CSTO proposes to SCO joint effort on post-conflict Afghanistan”, Russian News and Information Agency (RIA Novosti), 31 luglio 2007.
[83] “NATO fighters again accompany Russian bombers near Alaska”, Russian News and Information Agency (RIA Novosti), 9 aprile 2008.
[84] “NATO fighters scramble again to intercept Russian Bear bombers”, Russian News and Information Agency (RIA Novosti), 19 marzo 2008.
[85] George Orwell, Nineteen Otto-Four (Toronto: Penguin Books, 2000), p.207.
[86] Halford John Mackinder, Democratic Ideals and Reality (London, UK: Constables and Company Ltd., 1919), p.236.
[87] Joint Communiqué of the Tenth Meeting of the Foreign Ministers of the People’s Republic of China, the Russian Federation and the Republic of India, signed November 15 2010, People’s Republic of China – Republic of India – Russian Federation, Ministry of External Affairs of India: http://meaindia.nic.in/mystart.php?id=100016682&pid=1869
[88] Ibid.
[89] Borzou Daragahi, “Iran moving toward military dictatorship, Clinton says”, The Los Angeles Times, 16 febbraio 2010.
[90] Herb Keion, “Assad: US has lost influence in the ME”, The Jerusalem Post, 25 maggio 2010.
[91] Ibid.
[92] “Chinese warplanes refueled in Iran en route to Turkey”, Hürriyet Daily News and Economic Review, 11 ottobre 2010.
[93] Mackinder, Democratic Ideals, Op. cit., pp.2-3.
[94] Viola Gienger, “Iran’s Military Power Subject to New US Study Used for China”, Bloomberg, 3 novembre 3009.
[95] Dan Williams, “Israel general doubts power to hit Iran atom sites”, ed. Mark Trevelyan, Reuters, 13 Febbraio
2010.
[96] Jeffrey Heller, “Netanyahu to press US for military threat on Iran”, ed. Christopher Wilson, Reuters, 7 Novembre 2010.
[97] “US could strike Iran but not win: Russian general”, Reuters, 3 Aprile 2007.
[98] “Excerpts From Iraqi Document on Meeting with US Envoy”, The New York Times, 22 Settmbre 1990, p.19; deve notarsi che più di una trascrizione esiste del meeting del 1990 tra il Presidente Hussein e l’Ambasciatrice Glaspie, e quella citata dal New York Times, non era conveniente.
[99] “Incoming US Defense Secretary tells Senate panel Israel has nuclear
weapons”, Associated Press (AP), 9 Dicembre 2006; Allyn Fisher-Ilan, “Olmert, in Europe, hints Israel has nuclear arms”, Reuters, 11 Dicembre 2006; Philippe Naughton, “Olmert’s nuclear slip-up sparks outrage in Israel”, The Times (UK) 12 Dicembre 2006.
[100] Christopher Hogg, “Japan gets woman defence minister”, British Broadcasting Corporation (BBC) News, 4 Luglio 2007.
[101] Ibid.
[102] Clayton Jones, “China is a barometer on whether Israel will attack nuclear plants in Iran warplanes refueled in Iran” Christian Science Monitor, 6 Agosto 2010.
Traduzione Alessandro Lattanzio
http://www.bollettinoaurora.da.ru
http://sitoaurora.xoom.it/wordpress/
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