Agli inizi di maggio, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha compiuto una visita di due giorni in Kazakistan. Il programma della visita presidenziale comprendeva un incontro ufficiale di Orban col capo di Stato Nursultan Nazarbaev, il suo intervento alla terza sessione del comitato interorgovernativo ungaro-kazako e ad un forum di uomini d’affari di entrambi i paesi.
Subito dopo il suo arrivo ad Astana, Orban ha parlato dell’importanza dell’apertura ungherese all’Oriente, che costituisce una risposta ai cambiamenti dell’economia globale. Il Kazakistan, ha detto, “è la prova vivente del fatto che la crisi economica non è una crisi mondiale. Vi sono parti del mondo in cui c’è crisi e altre in cui la crisi non c’è. Noi veniamo da una parte del mondo in cui la crisi esiste e siamo arrivati in una parte in cui la crisi è assente”.
Nell’incontro con Nazarbaev, che è stato particolarmente cordiale e si è protratto oltre i limiti previsti dal protocollo, Orban ha ricordato che gli Ungheresi, arrivati in Europa dall’Oriente, prestano grande attenzione ai vincoli storici e culturali che uniscono i due popoli. “Io – ha detto – ammiro la capitale del Kazakistan: questa città è il simbolo di una nuova fase dello sviluppo dell’umanità. In un momento in cui gran parte del mondo è afflitta dalla crisi, il vostro paese continua a marciare avanti”.
I due uomini di Stato hanno ribadito che Ungheria e Kazakistan sono paesi legati da rapporti d’amicizia ed hanno firmato un accordo strategico a lungo termine. “E’ stato un grande successo – ha detto Orban-. Abbiamo allacciato una relazione strategica con una delle potenze economiche del prossimo decennio”.
Intervenendo al forum economico kazako-ungherese, Orban ha detto: “Gli Ungheresi hanno capito presto quello che i dirigenti dell’Unione Europea sono riluttanti ad accettare e accettano con grande difficoltà. Noi non possiamo continuare a vivere come abbiamo vissuto finora”.
Secondo Orban, il centro di gravità si sposta verso Oriente; perciò l’Ungheria vuole aprirsi alle economie orientali e la sua visita ad Astana è un evento importante nel processo di apertura dell’Ungheria all’Oriente. I paesi emergenti dell’Oriente, ha proseguito, capiscono molto bene la nuova direzione che il governo ungherese sta prendendo. Diversamente dall’Unione Europea, l’Ungheria ha capito ben presto che i vecchi modi di pensare devono cambiare. Questa politica – ha detto ancora Orban – ha causato all’Ungheria molti conflitti con l’Unione Europea, ma è destinata ad avere successo, perché “noi vogliamo costruire la nostra economia su valori reali e tangibili, non su illusioni, dogmi e ideologie”. La competizione economica globale è una competizione di collaborazione; coloro che non comprendono per tempo la necessità di formare nuove alleanze rimangono indietro.
Nel suo viaggio, organizzato dall’Agenzia Ungherese di Investimento e Commercio e dalla Camera di Commercio Kazaka, Orban è stato accompagnato da una settantina di rappresentanti di 47 compagnie. L’Agenzia ungherese e la Camera di Commercio kazaka hanno siglato un contratto di cooperazione ed hanno concluso un accordo per la realizzazione di progetti edilizi ed agricoli.
Il portavoce del primo ministro ungherese, Péter Szijjarto, ha confermato che il Kazakistan presenta per l’Ungheria numerose opportunità in diversi settori: energia, edilizia, agricoltura, sanità. Mihaly Varga, ex ministro delle Finanze ed attuale capo dell’ufficio del Primo Ministro, ha parlato ai giornalisti delle relazioni ungaro-kazake, sottolineando l’importanza del Kazakistan e facendo notare che negli ultimi sette anni il PIL kazako è quadruplicato. Ha parlato di reciproci investimenti nell’agricoltura e nell’industra, specialmente in progetti connessi alla produzione di gas e di petrolio.
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