Quello che segue è il testo dell’intervento di Tiberio Graziani, presidente dell’IsAG e direttore di “Eurasia”, alla conferenza internazionale Russia and Europe: Topical Issues of Contemporary International Journalism svoltasi a Parigi il 24 e 25 novembre scorsi. La conferenza è stata organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Agenzia Federale delle Comunicazioni della Federazione Russa, in collaborazione con “Eurasia”, IFIMES e “The 4th Media”.

Il direttore Graziani è intervenuto nell’ambito della terza sessione, dedicata al ruolo dei media di massa nelle relazioni internazionali.

 

Come è universalmente accettato i mezzi di comunicazione di massa costituiscono un importante strumento per lo scambio di informazioni tra persone, industrie, nazioni, ai fini del raggiungimento di alcuni rilevanti obiettivi, tra cui soprattutto la conoscenza reciproca relativamente agli ambiti culturale, economico, politico, sociale e la formazione della cosiddetta opinione pubblica.

D’altra parte, dobbiamo anche riconoscere l’intrusione dei mezzi di comunicazione di massa nella vita quotidiana degli individui per quanto riguarda gli ambiti sopra citati. Il principale effetto della pervasività dei mezzi di comunicazione può essere valutata col cambiamento del comportante sociale avvenuto negli ultimi sessanta anni nelle Nazioni europee, specialmente in quelle caratterizzate dalla cultura cattolica.

Oggi, possiamo affermare che, rispetto al comportamento sociale, ci troviamo di fronte non più a un Paradigma culturale europeo, bensì di fronte a un generico modello “ occidentale” (o per meglio dire occidentalizzato), modulato sui valori statunitensi.

Lo spostamento da una paradigma culturale europeo ad uno occidentale dipende, fra l’altro, da precise cause geopolitiche.

Dallo specifico punto di vista geopolitico, l’Europa, cioè la penisola eurasiatica che chiamiamo Europa, costituisce – a partire dalla fine della seconda Guerra Mondiale -, la periferia del sistema occidentale guidato dagli Stati Uniti. Mentre dal punto di vista geostrategico, a causa dell’Alleanza egemonica NATO, essa costituisce la testa di ponte atlantica gettata sulla massa eurasiatica.

Riferendoci all’argomento di questa sessione, cioè al ruolo svolto dai mezzi di comunicazione di massa nell’ambito delle “Relazioni internazionali”, e adottando l’analisi geopolitica, possiamo facilmente osservare che i mezzi di comunicazione sono generalmente “piegati” o strumentalizzati ai fini delle prassi geopolitiche dei principali attori globali. Ad esempio, i mezzi di comunicazione di massa “occidentali” – vale a dire i mezzi di comunicazione del sistema geopolitico guidato dagli USA – contribuisce alla “esportazione” del modello e dei valori occidentali (quali la particolare interpretazione della democrazia, la prospettiva neoliberale, la neoreligione dei cosiddetti diritti umani, etc. etc.), senza alcuna considerazione riguardo alle altre culture (asiatiche, africane, ed europee, etc.).

Sotto questo particolare aspetto, i mezzi di comunicazione costituiscono un particolare e decisivo elemento delle prassi relative al soft power elaborate dagli attori geopolitici.

La relazione tra Informazione – Potere e Finalità geopolitiche è dunque molto stretta.

 

I Mass Media hanno pertanto una grande responsabilità. Essi possono concorrere alla comprensione reciproca tra le nazioni e i popoli, ma anche a distruggerne l’amicizia.

La relazione tra la Russia e i Paesi dell’UE ha bisogno di essere consolidata. Il problema principale che potrebbe ostacolare l’importante e geopoliticamente naturale processo di consolidamento, con rilevante beneficio delle popolazioni che vivono nella massa continentale eurasiatica, è costituito dal ruolo svolto dagli USA in Europa e dalle politiche transatlantiche di Bruxelles.

Un giusto uso dei Mezzi di comunicazione può concorrere al miglioramento delle relazioni tra l’Europa e la Russia con mutuo beneficio.

Generalmente, l’informazione sulla Russia, diffusa dai Mass Media europei, fornisce una rappresentazione “non realistica” della vita politica e delle giuste aspettative della Federazione. In particolare, l’informazione europea sugli aspetti politici della Russia sembra essere ideologicamente orientata. In altre parole, i mezzi di comunicazione dell’UE diffondono una interpretazione – e non una descrizione – delle questioni politiche russe, in accordo ai valori occidentali ed agli interessi transatlantici. La conseguenza di tale marcata interpretazione pro-occidentale si riflette nella formazione e nell’orientamento della “pubblica opinione europea”, rendendola particolarmente diffidente verso la Russia; tale comportamento ci mostra che i mezzi di comunicazione europei svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito della soft power strategy adottata dal sistema occidentale guidato dagli USA.

 

Al fine di fornire all’opinione pubblica europea una descrizione più realistica della Russia, occorre migliorare lo scambio di informazioni adottando alcuni criteri comuni.

È desiderabile una minore dipendenza dei mass Media europei dagli interessi statunitensi. I mezzi di comunicazione europei dovrebbero favorire, con senso critico, le relazioni tra i popoli che abitano la parte occidentale dell’Eurasia (cioè l’Europa) e il popolo russo.

 

I mezzi di comunicazione di massa giocheranno un ruolo sempre più importante e crescente nella costituzione del nuovo ordine multipolare.

L’Europa, nel suo insieme, dovrebbe decidere, nel breve tempo, il proprio futuro geopolitico: essere la periferia del sistema occidentale o diventare un attore nel quadro dello scenario multipolare. L’Europa potrebbe superare l’attuale crisi finanziaria ed economica consolidando le relazioni (politiche, economiche, infrastrutturali e sociali) con la Russia, l’India e la Cina, le più importanti nazioni eurasiatiche. In tale contesto i mezzi di comunicazione europei possono svolgere una funzione determinante.


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