LA GEOPOLITICA DELLE LINGUE
Lingua e Impero
Se il termine geolinguistica non fosse già utilizzato dai glottologi per significare la geografia linguistica o linguistica areale, ossia lo studio della diffusione geografica dei fenomeni linguistici, lo si potrebbe impiegare per indicare la geopolitica delle lingue, cioè il ruolo del fattore linguistico nel rapporto tra lo spazio fisico e lo spazio politico. A suggerire questa possibilità non è solo l’esistenza di analoghi composti nominali, come geostoria, geofilosofia, geoeconomia, ma anche la relazione della geopolitica delle lingue con una disciplina designata da uno di tali termini: la geostrategia.
IL LUPO GRIGIO AL BIVIO
La Turchia è Europa. La regione chiamata con termine greco-bizantino Anatolia ("terra di levante") nell'antichità fu considerata parte integrante dell’Europa: Erodoto fissa infatti il confine orientale dell’Europa sul fiume Fasi, nei pressi degli odierni porti georgiani di Poti e Batumi. Nel Medioevo Dante colloca “lo stremo d’Europa” vicino ai monti dell'Asia Minore, dai quali, dopo la distruzione di Troia, l'Aquila imperiale spiccò il volo verso l'Italia. Per la geografia moderna, la penisola anatolica è la propaggine più occidentale dell'Asia; tuttavia alcuni geografi la considerano più che altro la quarta penisola del Mediterraneo, data la sua posizione analoga a quella delle penisole iberica, italiana e greca.
IMPERIALISMO E IMPERO
L'imperialismo, "fase suprema del capitalismo"
Imperialismo è un lemma del vocabolario moderno; neologismi di conio relativamente recente sono per lo più le voci formate...
L’ISLAMISMO CONTRO L’ISLAM?
Lo strumento fondamentalista
"Il vero problema per l'Occidente non è il fondamentalismo islamico, ma l'Islam in quanto tale". Questa frase, che Samuel Huntington colloca in...
IL PERNO GEOGRAFICO DELLA STORIA
Il grande paese che denominazioni italiane differenti hanno indicato come Casachia o Cosacchia o Cazachistan o Cosacchistan viene oggi per lo più designato come...
IL MEDITERRANEO TRA L’EURASIA E L’OCCIDENTE
"Chi controlla il territorio costiero governa l'Eurasia; chi governa l'Eurasia controlla i destini del mondo"Nicholas Spykman, The Geography of Peace, Harcourt Brace, New York...
VERSO L’UNIONE EURASIATICA
La Russia sta sviluppando un'azione aggregatrice per restaurare in parte quell'unità che si è disgregata col crollo dell'URSS. Il 1 gennaio 2012, infatti, è entrato ufficialmente in vigore l'accordo siglato da Russia, Bielorussia e Kazakhstan per l'istituzione di un'unione doganale preliminare all'unificazione dell'economia delle tre repubbliche. In un articolo pubblicato dal quotidiano "Izvestia" che ha suscitato l'allarme dei commentatori occidentalisti, Vladimir Putin ha definito lo Spazio Economico Unico "un traguardo di portata storica non solo per i tre paesi, ma anche per tutti gli Stati postsovietici". Nel caso di una sua rielezione alla guida della Russia, Putin prospetta il passaggio di questi tre paesi ad una fase ulteriore di coordinamento e quindi alla nascita del nucleo di una Unione Eurasiatica.
Comunicato Editoriale
Assumo la direzione effettiva di "Eurasia. Rivista di studi geopolitici", periodico pubblicato dalla casa editrice che fondai nell'ormai lontano 1978
Mentre ringrazio i redattori, i...
BRICS: I MATTONI DELL’EDIFICIO MULTIPOLARE
Dieci anni fa l’acronimo BRIC entrava nel lessico dell’economia e della finanza internazionali. Da allora la cooperazione tra i Paesi emergenti che tale sigla raggruppa ha assunto un registro sempre più marcatamente geoeconomico e geopolitico. Il consolidamento delle relazioni tra Brasile, Russia, India, Cina e, dal 2010, Sudafrica è stato possibile non solo a causa delle evidenti comuni necessità economiche in materia di modernizzazione e sviluppo – tipiche dei paesi emergenti – ma anche in virtù di una condivisa visione della politica internazionale. Il coordinamento politico sviluppatosi in ambito BRICS nel corso di pochi semestri costituisce un elemento di accelerazione della transizione uni-multipolare.
I COSTRUTTORI DI CARTE OTTRIATE
Lo studio dei rapporti tra la legge fondamentale di uno Stato e la geopolitica è tornato di attualità tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta. In quel periodo (1989 - 1991), coincidente con il collasso del sistema bipolare, gli USA intensificarono il loro ruolo di “costruttori di Nazioni libere”. Proclamatisi “Nation and State Builders”, gli Stati Uniti interferirono nella elaborazione delle Carte fondamentali dei nuovi Stati nazionali, sorti dalla deflagrazione dell’ex blocco sovietico. Tale intromissione non costituì un fatto nuovo nella storia della politica estera statunitense, ma una costante. Una lettura “geopolitica” degli ordinamenti costituzionali ci dimostra che le Carte fondamentali degli Stati non egemoni sono sostanzialmente assimilabili alle Costituzioni ottriate. Nella transizione tra la fase unipolare e il sistema multipolare appare necessaria la formulazione di nuovi paradigmi costituzionali articolati su base continentale.