Gli USA tornano alla carica sull’intervento in Siria e insieme all’opzione di una soluzione pacifica, ribadiscono che nessuna possibilità resta esclusa, soprattutto quella dell’intervento sul campo.
Nonostante quanto sostenuto in gennaio da parte del capo degli ispettori ONU sull’uso delle armi chimiche in Siria(1) e nonostante le immagini trapelate alla fine di agosto sulle “sospette” casse di armi chimiche trovate in mano ai “ribelli” (2), il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante l’incontro odierno tenutosi nella ex residenza del Presidente Thomas Jefferson in Virginia (3) col presidente francese Hollande, ha dichiarato, in merito all’attuale situazione sul vicino oriente, che: “La guerra non è la soluzione, ma la situazione è molto instabile e pericolosa, non solo per la Siria, ma per tutta la regione”(4). Questa frase, poco rassicurante, lascia aperti tutti gli scenari possibili nell’intero scacchiere del medio e vicino oriente, e suona paradossale se accostata a quanto sostenuto poco dopo sull’Iran: “Abbiamo preso accordi per mantenere l’attuale regime di sanzioni”: se da una parte gli Stati Uniti “lamentano” uno stato di insicurezza e tensione diffuso in tutta la regione, dall’altra non fanno nulla per smorzare i toni, anzi, buttano di continuo benzina sul fuoco. Ridicola è, anche, la continua insistenza della stampa occidentale sulle armi chimiche “consegnate” dalla Siria. Trattasi, infatti, di materiali sequestrati dall’Esercito Arabo Siriano e assolutamente non presenti nell’arsenale siriano. L’aspetto più evidente di questa farsa è che se i giornalisti occidentali si riempiono la bocca di continuo con le armi stoccate provvisoriamente nel porto di Gioia Tauro (5), non specificano mai la provenienza reale del materiale, indicando genericamente le armi chimiche come provenienti dalla Siria e creando così, di fatto, un’associazione automatica nella mente del lettore tra Bashar Al-Assad e le armi chimiche, con cui il regime siriano non ha nulla a che vedere. In tempi non sospetti, già nel maggio 2013, era uscita questa dichiarazione: “Gli investigatori delle Nazioni Unite dicono che hanno trovato testimonianze di vittime e personale medico che dimostrano che i militanti hanno usato l’agente nervino sarin in Siria… La Commissione indipendente d’inchiesta dell’ONU sulla Siria non ha trovato alcuna prova che le forze governative siriane abbiano usato armi chimiche contro i militanti, ha detto il membro della commissione Carla Del Ponte, secondo la Reuters.”(6) Non esiste nessuna prova, infatti, che l’esercito siriano abbia mai fatto, in alcun modo, uso di armi chimiche. Esistono, invece, prove concrete e fatti, volutamente occultati, che provano con assoluta certezza la reale provenienza del materiale bellico di natura chimica. Abbiamo una chiara manifestazioni di tali prove schiaccianti a partire dal 21 agosto 2013, giorno in cui, in corrispondenza della visita della commissione ONU in Siria, si verificano degli attacchi con armi chimiche. La cosa, alquanto strana induce perfino il giornalista Frank Gardner, corrispondente per la sicurezza della BBC, a domandare: “Perché il governo di Assad, che ha recentemente riconquisto terreno ai ribelli, effettuerebbe un attacco chimico, mentre gli ispettori delle Nazioni Unite sono nel Paese?” (7). Le prove sono di seguito riportate e sono suddivise in 4 punti:
1) Durante azioni di sequestro del materiale in possesso dei “ribelli”, come in quella del 22 agosto nell’area di Jobar, sono state rinvenuti sacchi come questo, pieni di sostanze chimiche prodotte in Arabia Saudita. Di seguito riproponiamo uno dei frame mandati in onda dall’emittente Al Youm:
Nella foto (8) si può chiaramente notare il tipo di materiale chimico “Corrosivo” e il luogo di provenienza della produzione, prima in lingua araba e poi in lingua inglese, indicante “Made in the Kingdom of Saudi Arabia”. Dalla pagina ufficiale facebook di informazione “Syria 24” (9) estrapoliamo anche questa foto di un altro sequestro di materiale bellico, offensivo e difensivo:
In un video di Russia Today, ritroviamo i medesimi scatoloni e grazie alla qualità HD dell’immagine, le scritte risultano ben visibili e decifrabili ad occhio nudo, senza bisogno di alcun ingrandimento:
La chiara indicazione di provenienza del materiale, dopo il nome e la descrizione del prodotto è “Made in U.S.A.” (10).
2) Nel caso le precedenti prove fornite non fossero sufficienti, possiamo altresì citare che tutti gli attacchi di natura chimica provenivano dai territori occupati dalle forze sovversive (11): la seguente cartina (12), riportata dal sito Global Research, è stata fatta da un gruppo di esperti militari riunitisi a Washington, i quali, sulla base del calcolo delle traiettorie dei razzi contenenti l’agente chimico Sarin, sarebbe impossibile che questi fossero stati sparati, come sostiene la Casa Bianca, dall’Esercito Arabo Siriano, ma proverrebbero, per forza, dalle zone occupate dall’Esercito Libero Siriano, ossia dai terroristi.
3) E’ stato altresì dimostrato dal medesimo report, che i terroristi sarebbero in grado di prodursi autonomamente le armi chimiche utilizzando i materiali loro forniti e modificando i razzi comuni attraverso l’inserimento del materiale chimico all’interno della testata del razzo stesso, come dimostra il seguente grafico (13):
I due autori del report che “smonta”, di fatto, le tesi del governo USA sulla provenienza dei razzi e sui metodi di costruzione, sono Richard Lloyd, un ex ispettore ONU per gli armamenti e Theodore Postol, professore di Scienza, Tecnologia e Sicurezza Nazionale, presso il Massachusetts Institute of Technology. Le loro affermazioni, lasciano adito a ben pochi dubbi sulla questione armi chimiche, in particolare una frase pronunciata da Lloyd: “I ribelli siriani sono effettivamente in grado di confezionare questo tipo di armi […] penso che allo stato attuale abbiano molta più capacità di costruirsele rispetto al governo siriano” (14).
4) Come ultima prova forniamo una traduzione completa dell’elenco degli armamenti in mano all’Esercito Arabo Siriano. All’interno del seguente elenco, non compaiono componenti chimiche o similari.
Equipaggiamento dei soldati
I soldati siriani hanno a loro disposizione un arsenale variegato di armi delle più disparate provenienze. Ci sono 3 modelli di pistole in dotazione all’Esercito Arabo Siriano: Makarov PM sovietica, Tokarev sovietica e Browning Hi-Power di produzione belga. Fucili modello Mosin-Nagant sovietici, SKS sovietico e il modello vz.52 di fabbricazione cecoslovacca. Tra i fucili d’assalto troviamo il classico AK-47 sovietico, AKM sovietico, AK-103 russo, Zastava M-70 di fabbricazione iugoslava, il Type 56 cinese, il Norinco CQ cinese, l’Sa vz. 58 cecoslovacco, l’AMD-65 ungherese e l’AK-74 sovietico. Tra i fucili di precisione troviamo il classico Dragunov SVD sovietico, OSV-96 russo, PSL rumeno, Zastava M91 serbo, Steyr SSG69 austriaco. Tra le pistole mitragliatrici troviamo la Škorpion vz. 61 fabbricata nella Repubblica Ceca, Sa vz. 23 anche questo di fabbricazione ceca, Type 85 submachine gun cinese, Star Model Z84 spagnolo. Tra le mitragliatrici leggere RPK sovietica, ed RPD sovietica. Tra le mitragliatrici medie troviamo PK sovietico e Goryunov sovietico. Tra le mitragliatrici pesanti KPV sovietica, NSV sovietica, DShK sovietica e DS-39 nota anche come Degtyaryov sovietica. Tra le bombe a mano, tutte di provenienza sovietica, troviamo i modelli F1, RGD-5, RKG-3, RPG-43, AGS-17 come lanciagranate automatico. Tra le mine troviamo i modelli sovietici TM-35, TM-38, TM-41, TM-44, poi quelli russi TM-46, TM-57, TM-62, TM-72, TM-83, TM-89, PMN e PMD. Da ultimo troviamo i modelli di mine provenienti dalla Repubblica Federale Socialista della Iugoslavia sono TMA-3, TMA-4, TMA-5.
Mezzi e armamenti militari
Nota al lettore: non per tutte le tipologie di armamenti sono note le quantità. Onde non specificato la fabbricazione è russa e/o sovietica.
L’esercito siriano ha in dotazione equipaggiamenti e mezzi di provenienza eterogenea. Gran parte del suo arsenale proviene dalla Russia Sovietica e dalla Federazione Russa. Molti degli armamenti, per quanto datati, hanno subito di anno in anno costanti revisioni ed ammodernamenti per tenerli al passo coi tempi e con le nuove scoperte ed innovazioni nel settore militare. Gli stati di provenienza degli armamenti come già detto sono Russia Sovietica, Federazione Russa, Iran, Cina, Francia, Germania Ovest, Germania unificata, Polonia, Yugoslavia e Corea del Nord; diversi armamenti sono stati prodotti nella stessa Siria. Per rendere un’idea, solo per quanto riguarda le unità mobili da combattimento più del 90% sono di fabbricazione russa; tra questi mezzi spicca il T-72/72 M, carro armato sovietico entrato in produzione nei primi anni ’70. Il numero di T-72/72 M in servizio presso l’esercito siriano è di 1700 esemplari, tutti in fase di ammodernamento. I T-62 M/K di fabbricazione russa contano 1000 esemplari in servizio e i T55/55MV sempre di provenienza sovietica 2250 esemplari; 1000 di questi in servizio sono stati ammodernati a carro armati MV Standard . Alcuni di questi sono stati equipaggiati con telemetri laser di fabbricazione nordcoreana. Gli altri 1150 veicoli si trovano in deposito. L’esercito siriano dispone di 100 carri armati anfibi modello PT/76 di provenienza sovietica. 1125 autoblindati anfibi di provenienza sovietica di cui: 1000 modello BRDM-2 e 125 BRDM-2Rkh, i primi armati con ATGM (missili anticarro) e i secondi dotati di equipaggiamento speciale per combattimenti in NBC (per operare sotto attacco di armi nucleari, batteriologiche e chimiche). 2600 veicoli da combattimento da fanteria modello BMP-1 (dei quali 500 si trovano in deposito) e 350 BMP-2, entrambi di fabbricazione russa. Per quanto riguarda la lista di mezzi per il trasporto delle truppe ci sono a disposizione: 100 BTR-40, 550 BTR-50, 650 BTR-60, 550 BTR-70, 300 BTR-152, 560 MT-LB, tutti di fabbricazione sovietica. Altri 860 veicoli per il trasporto truppe di provenienza mista Repubblica Ceca/Polonia conteggiano 560 mezzi OT-62 TOPAS e 300 OT-64 SKOT. Si contano altresì un numero imprecisato di ambulanze da campo prodotte in Repubblica Ceca modello ABM-S. Per quello che riguarda i veicoli per il trasporto di armamenti e soldati l’EAS è dotato di differenti modelli di mezzi, tutti di fabbricazione russa: il camion per trasporto artiglieria MAZ-7310 dotato di otto ruote motrici, il camion per trasporto truppe e adatto a terreni dissestati URAL-4320 a sei ruote motrici, i modelli URAL-375D da 4,5 tonnellate e dotati di 6 ruote motrici, il modello ZIL-131 da 3,5 tonnellate e con 5 ruote motrici e le varianti ZIL-135 e ZIL-157, il primo per il trasporto dell’artiglieria e il secondo dal peso di 2,5 tonnellate e dotato di 6 ruote motrici. I due modelli GAZ-66 e GAZ-3308 entrambi 4×4, il primo adatto a terreni dissestati ed il secondo un utility truck. Da ultimo troviamo il veicolo UAZ-469 adatto a tutti i tipi di terreno e il veicolo da trasporto truppe KAMAZ-43114 a sei ruote motrici. Per quel che riguarda l’artiglieria da rimorchio troviamo una totale predominanza di prodotti dell’industria bellica sovietica. Troviamo 200 mortai modello PM-37 da 82mm, 700 PM-43 da 120mm, 200 M1938 da 120mm, 100 M1943 da 160mm e 10 M240 da 240mm. Diversi modelli di obici tra cui 100 A-19 da 122mm, 150 M-30 da 122 mm, 600 D-30 da 122mm, 20 D-20 da 152mm, 50 ML-20 da 152mm, 20 D-1 da 152,4mm, 10 S-23 da 180mm. 400 cannoni da campo modello D-74 da 122mm, attualmente in magazzino, e 800 M-46 da 130mm. Riguardo ai semoventi d’artiglieria troviamo 36 T-34 di fabbricazione siriana che montano un obice modello D-30 da 122mm. Questo mezzo di fabbricazione siriana, come i seguenti di fabbricazione russa, è in realtà un unico grande obice semovente; i modelli russi di obice semovente sono 400 2S1 Gvozdika da 122mm e 50 2S3 Akatsiya da 152mm. Da ultimo troviamo un numero indeterminato di mezzi 2S4 Tyulpan equipaggiati di mortaio da 240mm come arma primaria. Per quello che riguarda i mezzi anticarro, l’esercito siriano ha in dotazione un numero non precisato di cannoni SR di svariati modelli: i sovietici SPG-9 da 73mm, B-10 da 82mm, B-11 da 107mm ed M-40 iraniani da 106mm. I cannoni controcarro sono tutti di fabbricazione sovietica, pure per questi il numero esatto non è noto: T-12 da 100mm, BS-3 da 100mm, D-48 da 85mm, ZiS-2 da 57mm. 3 modelli di lanciagranate a propulsione anticarro di fabbricazione russa e sovietica in numero imprecisato: RPG-7 da 40mm, RPG-18 da 64mm, RPG-29 sia nella versione da 65mm e da 105mm. Per quello che riguarda i missili anticarro troviamo un numero imprecisato di 3M6 Shmel, 400 SS.11 di fabbricazione francese, 100 HOT di provenienza mista, Francia e Germania Ovest. Troviamo un’abbondanza di armi guidate anti-carro delle più disparate provenienze, per quanto la predominanza sia ancora una volta sovietica: 200 3M11 Falanga attualmente in deposito, 6590 9K11 Malyutka ai quali si aggiungono altri 10000 esemplari appena acquistati. 2000 9K111 Fagot, 400 9M113 Konkurs, un numero imprecisato di 9K115 Metis, 2000 9M117 Bastion, 1500 9M119 Svir, 500 9K115-2 Metis-M, 1000 9M133 Kornet, una quantità non precisata di 9M123 Khrizantema, 4400 MILAN (Missile d´infanterie léger antichar ovvero “missili anti-carro per fanteria leggera”) francesi e tedeschi, e da ultimo due modelli di missili anti-carro di fabbricazione iraniana in quantità non note, modelli Saeghe-2s e Toophan. Troviamo poi per i sistemi lanciarazzi multipli 200 M63 da 107mm di fabbricazione cinese ed iraniana, Katyusha sovietici in quantità ignota da 132mm, BM-14 da 140mm, 300 BM-21 Grad da 122mm, BM-24 da 240mm, 36 BM-27 Uragan da 220mm, un numero imprecisato di Khaibar di fabbricazione cinese e siriana da 302mm, gli iraniani Fajr-3 da 240mm, Fajr-5 da 333mm, Ra’ad da 220mm, Falaq-2 da 333mm e da ultimo lo jugoslavo M-63 Plamen da 128mm con annessa la variante RAK-12 che permette il caricamento del sistema di lancio anche su mezzi leggeri come le jeep. Riguardo ai missili balistici tattici troviamo 24 esemplari di FROG-7 di fabbricazione sovietica, 18 R-17 Elbrus Scud-B, 8 R-17 Elbrus Scud-C e una quantità ignota di R-17 VTO Scud-D. Troviamo poi 36 OTR-21 Tochka/KN-02 Toksa (Viper) di provenienza sovietica e nord coreana. Dei missili che riporteremo in seguito non sono noti i numeri ufficiali: 9K720 Iskander di fabbricazione russa, Hwasong-6 costruiti in Siria con la licenza dalla Corea del Nord, Rodong-1 nordcoreani, Fateh-110 costruiti in Siria con la licenza dall’Iran, e da ultimo i 3 modelli di missili iraniani Zezal-2, Zezal-3 e Shahab-2. Proprio di questi giorni l’invio di 72 missili anti-nave modello P-800 Oniks noti anche come Yakhont , da parte della Russia. Riguardo alle armi contraeree troviamo una quantità imprecisata di ZPU sovietiche e cinesi da 14,5mm, oltre 650 ZSU-23-2 da 23mm, oltre 300 M1939 da 37mm, 675 S-60 da 57mm, più di 25 KS-12 da 85mm, più di 25 KS-19 da 100mm. Procedendo nella ricerca troviamo anche diversi tipi di sistemi missilistici antiaereo a corto raggio trasportabili a spalla: 15000 9K32 Strela-2 sovietici, 1500 9K34 Strela-3, una quantità ignota di 9K34 Igla-1, 500 9K38 Igla, quantità imprecisata di 9K338 Igla S e un numero imprecisato di FN-6 prodotti nella Repubblica Popolare della Cina. I veicoli anti-aerei son tutti di fabbricazione sovietica e russa: come cannoni antiaerei semoventi troviamo 400 esemplari di ZSU-23-4 da 23mm e 250 ZSU-57-2 da 57mm; 240 di questi si trovano attualmente in deposito. Troviamo diversi modelli di postazioni mobili per missili terra-aria (SAM System): 275 S-75 Dvina, un numero imprecisato di S-125 Neva/Pechora (con alcune unità ammodernate col sistema Pechora 2M) e 2K12 Kub. 160 9K33 Osa, di cui 100 attualmente in deposito, 20 9K31 Strela-1, 20 9K37 Buk, 35 9K35 Strela-10, 8 9K37M2E Buk-M2E e 6 sistemi di difesa aerea mobili 9M311-1M Tunguska. Sappiamo che sono stati ordinati diversi TOR-M1 russi e che sono stati venduti 36 Plantsir-S1, armi antiaerea trasportabili, dalla Russia. In materi
a di sicurezza sono stati comprati diversi droni Ababil dall’Iran, La-17RM di fabbricazione sovietica, Mohajer 4 iraniani e Tu-143 sovietici. (15)
Conclusioni
Sulla base di quanto illustrato al punto 1, sussistono prove evidenti della presenza di armi chimiche nei depositi dei ribelli scoperti e sequestrati dall’Esercito Arabo Siriano. Sulla base di quanto illustrato al punto 2, le argomentazioni di Washington sulla provenienza dei razzi sono errate, sono invece esatte, sulla base di calcoli matematici e fisici, quelle relative alla provenienza dei razzi incriminati dal territorio occupato dalle forze ostili al regime siriano. Sulla base di quanto illustrato al punto 3, i ribelli avrebbero notevoli capacità tecniche di costruzione dei razzi contenenti materiale chimico. In base a quanto illustrato al punto 4, non esistono prove sulla presenza di armamenti chimici all’interno dell’arsenale bellico siriano. Sulla base dei quattro punti precedenti, le conclusioni di Washington risultano tratte senza alcuna base solida, mentre emerge che la verità sulla reale provenienza degli armamenti è stata pesantemente occultata, se non falsificata. Un attacco contro la Siria sulla base delle presunte colpe delle autorità siriane, sarebbe, solo l’ultimo di una lunga serie di attacchi basati su pretesti invece che su reali minacce.
* Marco Nocera è laureato in Scienze Linguistiche e Letterature Straniere (LT) presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, attualmente è studente del Master di Media Relation e Comunicazione d’Impresa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Note
1) http://www.globalresearch.ca/un-weapons-inspector-syria-chemical-weapons-were-fired-from-rebel-held-territory/5365228
2) http://www.eurasia-rivista.org/il-caso-russia-today-la-vera-faccia-della-liberta-di-stampa/20143/
3) http://www.corriere.it/esteri/14_febbraio_11/obama-hollande-incontro-virginia-77e7659a-92b5-11e3-b1fa-414d85bd308d.shtml
4) http://actualidad.rt.com/actualidad/view/119646-eeuu-francia-mantener-sanciones-iran
5) http://www.repubblica.it/cronaca/2014/01/16/news/armi_chimiche_siria_gioia_tauro-76082190/
6) http://aurorasito.wordpress.com/page/2/?s=Armi+chimiche
7) ibidem
8) http://www.eurasia-rivista.org/cms/wp-content/uploads/Senza-titolo114.png
9) Facebook: “Syria 24 English”
10) http://www.eurasia-rivista.org/cms/wp-content/uploads/Senza-titolo22.png
11) http://www.globalresearch.ca/un-weapons-inspector-syria-chemical-weapons-were-fired-from-rebel-held-territory/5365228
12) ibidem
13) ibidem
14) ibidem
15) Per la stesura di questa sezione del libro sono state impiegate diverse fonti tra cui:
http://www.globalsecurity.org/military/world/syria/army-equipment.htm
http://www.armyrecognition.com/syria_syrian_army_military_land_ground_forces_uk/syria_syrian_army_land_ground_armed_forces_military_equipment_armored_vehicle_intelligence_pictures.html
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