Mercoledì 9 aprile a Modena, durante il convegno dedicato all’Europa e dal titolo: “Dall’Impero al nulla”, è stato presentato dal prof. Claudio Mutti il numero 1/2014 della rivista di studi geopolitici “Eurasia” da lui diretta.
Gli altri relatori – la scrittrice Elena Bianchini, il prof. Massimo Viglione e il Consigliere regionale Stefano Cavalli – hanno affrontato il tema dell’Europa da un punto di vista storico, spirituale e politico.
Sono stati ricordati alcuni momenti determinanti che hanno condotto il Vecchio Continente all’esito attuale: in particolare la Prima Guerra Mondiale, spartiacque storico che ha comportato la distruzione degli Imperi europei, l’affiorare degli Stati nazionali e il tramonto del progetto di federazione imperiale sognato da Francesco Ferdinando d’Asburgo.
La “Grande Guerra” inaugura la nascita della società di massa, ideologica e livellatrice, che sfocia nel mostro burocratico e totalitario rappresentato oggi dall’Unione Europea, una struttura in mano all’alta finanza internazionale e priva di un’identità culturale dopo aver reciso le proprie radici spirituali.
Esisterebbe infatti un preciso disegno degli Stati Uniti per distruggere la civiltà europea e le sue conquiste sociali: solo uscendo dall’ architettura politico-economica configurata dalla UE e dall’euro, si potrà realizzare l’antico sogno di un’Europa dei popoli.
Il prof. Mutti, che ha esordito definendo l’Unione Europea un oggetto non identificato, ha affrontato la questione europea dal punto di vista geopolitico.
Innanzitutto deve essere respinta l’identificazione dell’Europa con l’Occidente. E’ sufficiente osservare un planisfero per rendersi conto che l’Europa, parte integrante del continente eurafroasiatico, si trova nell’emisfero orientale, mentre ad Occidente c’è solo il continente americano.
Innanzitutto va risolto il problema rappresentato dalla NATO, un’organizzazione militare creata per la difesa dei paesi dell’Atlantico del Nord (cioè Stati Uniti d’America e Gran Bretagna), non certo per quella dell’Europa, tuttora sprovvista di un proprio esercito.
Esiste tuttavia una Banca Centrale Europea, ma trattasi di un istituto di credito privato; la bandiera non suscita entusiasmo, l’inno non può essere cantato; come lingua comune è stata adottata quella degli Stati Uniti d’America; la Costituzione non è entrata in vigore a causa dell’incapacità di individuare le radici culturali dell’Europa.
L’Unione Europea può perciò essere definita un sistema regionale di negoziati economici, al punto che bisognerebbe parlare di Europa degli Stati Uniti (e non di Stati Uniti d’Europa …)
Se l’Europa vuole esistere come entità geopolitica autonoma, occorre un deciso cambiamento di prospettiva, a partire da un principio sovranazionale che consenta ai popoli di riconoscersi in un’unica comunità di destino e di accettare un ordinamento politico unitario in grado di tutelare le loro differenze. Serve in definitiva una riproposizione del modello imperiale, unico riferimento storico e ideale per il Vecchio Continente.
Purtroppo nel XX secolo l’Europa è divenuta la testa di ponte statunitense per la conquista dell’Eurasia, ma la transizione ad un nuovo nomos della terra sarà prima o poi inevitabile.
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