Russia: tagliare la mano americana… e israeliana
Di fronte alle interferenze americane nella politica russa, sono i media russi a beccare l'ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca, Michael McFaul, fino al...
I dirigenti arabi elogiano Assad in privato e lo criticano in pubblico
La comunità internazionale ha tacitamente accettato i "tre no" sulla crisi in Siria: no all’intervento militare, non al rovesciamento violento del regime e no...
I satelliti israeliani spiano il territorio algerino
Secondo una fonte mediatica algerina, Israele ha cambiato la traiettoria dei suoi satelliti spia nel 2010, per dirigersi verso il territorio algerino.
Secondo il quotidiano...
Recensione del libro: "Iran 2012. L’imperialismo verso la prossima guerra? Scenari, cronache, retroscena"
SIMONE SANTINI, IRAN 2012
Il lavoro di Simone Santini rivela un’attenta cura nel riportare la cronistoria di eventi politici interni e globali, avvalendosi di una...
Manovre fra "Israele", Stati Uniti e Grecia nel Mediterraneo
Le Forze Armate della Marina di “Israele”, degli Stati Uniti e della Grecia stanno svolgendo un intenso addestramento al largo delle coste mediterranee.
L’esercitazione –...
Fatwa pakistana afferma che la riapertura dei percorsi NATO è “anti-islamica”
Secondo il quotidiano pachistano “The News”, una cinquantina di studiosi islamici affiliati al Consiglio Sannita dell’Ittihad hanno emesso una fatwa congiunta, stabilendo che riaprire...
Simone Santini – Iran 2012. L'imperialismo verso la prossima guerra? Scenari, cronache, retroscena. Con...
La previsione di una guerra contro l’Iran torna a rimbalzare, da anni, nel dibattito pubblico, ogni volta smentita dai fatti. Anticipare lo scoppio di una guerra può essere esercizio intellettualmente stimolante ma probabilmente inutile, poiché, se la guerra scoppierà, essa non sarà conseguenza di un accidente della storia ma un suo determinato e specifico prodotto. Molto più utile, dunque, indagare le cause profonde, i contesti, gli scenari che potrebbero o meno condurre a questa guerra, con la consapevolezza di come il laboratorio iraniano rappresenti il microcosmo attraverso cui interpretare il tempo contemporaneo, scosso da innumerevoli e profondissime crisi, e il suo sviluppo futuro. Il filo rosso che percorre tutta l’opera è il tentativo di ricostruire, aldilà delle manipolazioni e fraintendimenti operati dalla pubblicistica mondiale, tutti i possibili contorni dell’intricata crisi iraniana, in alcuni casi sfatando miti e svelando inganni, offrendo uno strumento di analisi e comprensione. Un tentativo di verità. E libertà.
Il peso delle politiche neoliberali nelle recenti sommosse egiziane
Le sommosse popolari in Egitto nel 2011 non erano dirette solo contro il regime autoritario di Mubarak ma anche, e soprattutto, contro un ordine economico profondamente ingiusto. Le riforme neoliberali imposte al paese dalle istituzioni finanziarie e dalle maggiori potenze occidentali, le stesse che in questi giorni stanno tentando di creare una transizione gestita del Paese in cui i volti delle più alte cariche del regime possono cambiare ma tutto il resto dovrà rimanere invariato, hanno difatti marginalizzato la maggior parte della popolazione egiziana, aggravando le condizioni non solo dei più poveri ma anche delle classi medie che non riescono a trovare un impiego adeguato ai propri studi.
Libia. Un nuovo “asse” italo-libico?
Conoscere gli Stati destinatari del petrolio della Libia servirà anche a capire chi ha davvero “vinto” la guerra civile libica? Fra gli Stati impegnati in Libia, la prima a sostenere la rivolta civile è stata la Francia, che difficilmente la abbandonerà senza ottenere certi vantaggi. Chi potrebbe rimetterci è l’Italia, nonostante un impegno costato 192 milioni di euro. Gli esiti dei recenti incontri fra il Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, e i rappresentanti del Consiglio nazionale di transizione hanno consentito la riattivazione del precedente trattato italo-libico, sospeso nel marzo 2011, mediante la firma della Tripoli Declaration: la strategia del governo libico ha mirato a rinegoziare i rapporti economici e strategici attivi in precedenza con l’Italia e a volgerli a favore del proprio popolo.
Anche la Turchia nel mirino delle banche d'affari
JP Morgan Chase all’attacco proprio dopo un recente rialzo della Borsa di Istanbul: la grande banca d’affari ha consigliato gli investitori di vendere le azioni turche, in forza di un asserito indebolimento della lira turca, del deficit delle partite correnti e …dell’aumento del costo del petrolio. Identica indicazione proviene dalla Goldman Sachs, che già a dicembre 2011 pronosticava l’hard landing, il pesante atterraggio dell’economia turca con conseguente recessione causata dall’impatto della crisi dell’Eurozona sull’export di Ankara.